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Modenese Resta schiacciato dal cestello

Le operazioni di soccorso nel capannone dove si è verificato l’infortunio sul lavoro finito in tragediaPuiu Pandele
Le operazioni di soccorso nel capannone dove si è verificato l’infortunio sul lavoro finito in tragediaPuiu Pandele
Le operazioni di soccorso nel capannone dove si è verificato l’infortunio sul lavoro finito in tragediaPuiu Pandele
Le operazioni di soccorso nel capannone dove si è verificato l’infortunio sul lavoro finito in tragediaPuiu Pandele

Stefano Nicoli È rimasto schiacciato contro una trave in cemento, a sei metri di altezza, mentre stava lavorando su un cestello elevatore in un cantiere aperto da una ditta veronese a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena. Un impatto devastante che gli ha causato traumi gravissimi e che, dopo tre giorni di agonia trascorsi su un letto del reparto di Rianimazione dell’ospedale di Baggiovara, alle porte del capoluogo emiliano, alla fine gli è costato la vita. Vittima dell’ennesimo infortunio sul lavoro è Puiu Pandele, un operaio romeno di 50 anni, che dal 2013 abitava con altri stranieri a Salizzole. Anche se nella casa di via Pascoli, dove si era trasferito per cercare fortuna nel nostro Paese e garantire un futuro alla sua famiglia rimasta in patria, ci stava ben poco. Il lavoro, infatti, lo portava sovente in giro per l’Italia. E, proprio l’ultima trasferta, gli è risultata fatale, lasciando sgomenti il suo datore e i suoi compagni di lavoro. I quali non si capacitano di un incidente, che a prima vista è apparso inspiegabile, quasi assurdo, visto che l’uomo era perfettamente imbragato e stava lavorando su un macchinario, tra l’altro di recente costruzione, in condizioni di completa sicurezza. Quel che è successo nel capannone in fase di costruzione per conto della Gold Art-Energie Ker, uno dei colossi della ceramica in procinto di ampliarsi, lo diranno gli accertamenti avviati dai tecnici del Servizio prevenzione e sicurezza ambiente di lavoro (Spsal) dell’Ausl di competenza intervenuti sul posto con i carabinieri del Nucleo Radiomobile di Pavullo ed il personale del 118. In attesa di chiarire la dinamica, l’unica certezza rimane la terribile fine dell’operaio romeno. Erano le 10.30 quando, venerdì scorso, Pandele stava si trovava nella parte terminale del nuovo stabilimento che sta prendendo forma all’interno del polo industriale di Sant’Antonio. Era salito sul cestello per predisporre la stesura della rete di sicurezza che, per un beffardo scherzo del destino, doveva impedire cadute durante la posa della copertura del fabbricato di cui è già stata realizzata l’ossatura. Improvvisamente - vuoi per una distrazione, una manovra errata o, molto più presumibilmente, per un malore, tutte ipotesi al vaglio degli inquirenti - il cestello, stando ai primi riscontri, è schizzato verso l’alto. E in una manciata di secondi il malcapitato operaio è rimasto incastrato con la testa e parte del corpo tra il macchinario, che stava azionando come aveva fatto in moltissime altre occasioni, e una delle travi già posate. Un urto violento e fulmineo che non gli ha lasciato nemmeno il tempo di gridare per chiedere aiuto. Tanto che i colleghi, in un primo momento, non si erano accorti del gravissimo incidente in cui il 50enne ha perso subito conoscenza. Le condizioni del malcapitato operaio, che ha riportato un trauma cranico, sono apparse subito critiche ai soccorritori non appena è stato riportato a terra. A quel punto è scattata la corsa disperata all’ospedale di Baggiovara dove l’uomo è stato ricoverato in fin di vita nell’unità di Terapia intensiva. Le speranze di strapparlo alla morte si sono susseguite per diverse ore fino alle 13 di lunedì quando sono iniziate le procedure per l’accertamento della morte cerebrale che si sono concluse in serata con la conferma del decesso. Nel frattempo sono stati informati i suoi familiari ai quali anche la direzione della Gold Art ha espresso il proprio profondo cordoglio. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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