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Massimo Ranieri
accende il Salieri
come se bruciasse

Massimo Ranieri nello spettacolo al Salieri di Legnago FOTO DIENNE
Massimo Ranieri nello spettacolo al Salieri di Legnago FOTO DIENNE
Massimo Ranieri nello spettacolo al Salieri di Legnago FOTO DIENNE
Massimo Ranieri nello spettacolo al Salieri di Legnago FOTO DIENNE

«È un piacere enorme essere ancora qui con voi. L’affetto e l’accoglienza che mi avete dimostrato un anno fa mi erano rimasti dentro. Per questo ho accolto con gioia il vostro nuovo invito». Massimo Ranieri, ospite al teatro Salieri di Legnago con il suo Sogno e sono desto…in viaggio, ha voluto ringraziare così sabato sera tutti i legnaghesi intervenuti al suo breve, ma intenso, incontro con il pubblico che si è tenuto nel ridotto un’ora prima dello spettacolo.

«SAPETE come diciamo noi napoletani quando una cosa non ci soddisfa a sufficienza?», ha proseguito l’artista. «Chest'è acqua ca nun lèva sete. Come dire che quando l’acqua non leva la sete significa che ne abbiamo ancora bisogno. Io ho avuto un così bel ricordo di voi e del vostro bel teatro che quando mi è stato chiesto di tornare a Legnago non ho avuto dubbi. E poi è un onore per me essere di nuovo nella città di Antonio Salieri, un autentico genio della musica».

Introdotto da Francesco Occhi e dall’assessore comunale alla cultura Silvia Baraldi che lo ha accolto a nome della città «con un grandissimo abbraccio», Ranieri ha poi spiegato brevemente la genesi del suo show che, contrariamente a quanto si crede, non è nato come spettacolo televisivo. «In realtà quello andato in onda in tv grazie a Giancarlo Leone», ha precisato l’artista, «era una costola di quello concepito per il teatro. Nel tempo l’ho arricchito ulteriormente, cercando sempre di apportarvi qualcosa di nuovo».

E così è stato. Salito sul palcoscenico salieriano, ancora una volta per iniziativa del Tribunale per i diritti del malato e dell’anziano di Legnago e dell’associazione Amici di don Walter, con il patrocinio del Comune, Ranieri ha travolto subito tutti. Fin da quel simpatico accenno alla sua testa quasi rasata, così lontana dalla folta capigliatura scura alla quale il pubblico è abituato. «Non preoccupatevi», ha ironizzato, «sto bene. Si tratta di un’esigenza di scena. Tra pochi giorni devo girare un nuovo film e hanno deciso di rasarmi quasi a zero».

CON LA DISINVOLTURA che può avere solo uno showman navigato, ha poi dato il via al suo speciale itinerario musicale, ideato e scritto dallo stesso cantante e attore partenopeo insieme a Gualtiero Peirce. Due ore di spettacolo filate via lisce tra celebri e indimenticate canzoni - reinterpretate con il supporto dei suoi otto musicisti - piccole gag e tanti ricordi come quelli del nonno o di grandi del mondo dello spettacolo come Giorgio Strehler con cui mosse i suoi primi passi nel mondo del teatro. O come Charles Aznavour con la sua celebre canzone di rottura Quel che si dice, o ancora, come Pino Daniele, con Je so’ pazzo che è riuscita ad elettrizzare ulteriormente il pubblico. Nel suo show, Ranieri non si fa mancare nulla: macchiette napoletane, citazioni colte tratte da Shakespeare, Seneca e Prezzolini, e perfino barzellette. Ma a scaldare davvero gli spettatori, che hanno ripetutamente cantato insieme a lui, sono stati i suoi grandi successi.

Pezzi entrati ormai nella storia della musica leggera, come i brani tratti dall’album Malìa, ma anche Se bruciasse la città, Erba di casa mia, Rose rosse, Perdere l’amore fino all’immancabile bis che, dopo una lunga standing ovation, l’artista partenopeo ha esaudito, con un pubblico in visibilio, sulle note de O’Sarracino e Anema e core.

Elisabetta Papa

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