Compiti a casa con il tablet, lezioni tradizionali alternate alla «ginnastica per la mente», telecamere in 3D, banchi disposti ad isole come negli uffici moderni. La «cl@sse 2.0» della primaria di Veronella è una delle prime in Italia ad essere digitalizzata e al passo con i tempi.
Quando si entra nell’edificio di via Marconi, la prima impressione è di visitare una «vecchia» scuola di paese. Si sviluppa su lunghi corridoi ed è poco illuminata. Al piano terra sono disposte tutte le sezioni delle medie, mentre al primo piano ci sono le aule per le elementari. L’amministrazione comunale, negli anni scorsi, ha migliorato e rinforzato la struttura, tuttavia deve fare i conti con un fabbricato che mostra i segni dell’età. Eppure, una volta entrati in terza elementare, la «scuola antica» scompare e si viene proiettati nel futuro. Grazie all’impegno delle insegnanti Maddalena Dal Degan, Katia Rocca, Angela Maria Ioculano, Silvia Buratti, Carla Mariotto ed Erika Aldighieri, e al sostegno della dirigenza scolastica, gli alunni hanno potuto apprendere fin dal primo anno la materie scolastiche mediante strumenti informatici d'avanguardia, al pari dei loro compagni che vivono in Giappone o negli Stati Uniti. «È stata una sfida», confida la maestra di italiano Dal Degan. «Nel 2013 abbiamo chiesto i finanziamenti al Ministero per partire con una classe digitalizzata sperimentale. Sono arrivati 20 tablet che abbiamo dato in comodato d'uso alle famiglie e sui quali i bambini hanno imparato a lavorare sia in classe che a casa». Gli alunni sono partiti da un semplice video, pian piano hanno utilizzato diversi programmi didattici per integrare ed ampliare le attività svolte sui libri cartacei e sui quaderni. «Abbiamo coinvolto fin da subito i genitori perché il loro supporto è fondamentale», osserva l'insegnante.
Oggi la classe si avvale di una piattaforma sviluppata all'università «Bocconi» e le insegnanti sono arrivate al punto di caricare sull'iPad l'intero programma della settimana. A detta del corpo docente, in un gruppo in cui erano inseriti studenti con difficoltà cognitive e un'elevata percentuale di stranieri, la tecnologia ha dato una grossa mano. «Inoltre abbiamo promosso il lavoro in team, per rendere più partecipi gli alunni e spronarli ad aiutare i compagni in difficoltà», aggiunge Dal Degan. Per questo i banchi, anziché trovarsi uno accanto all’altro, sono disposti in isole. Oltre al tablet, i bambini dispongono di una lavagna interattiva multimediale, di una «Document camera», una telecamera in grado di rendere digitale un oggetto fisico, e di un microfono panoramico per leggere ad alta voce, registrare e riascoltare quanto letto.
Ma la «cl@sse 2.0» non vive solo di tecnologia. Su una parete sono appese le «tasche di stoffa» personalizzate, contenenti i calzini antiscivolo di ogni alunno. «Qui facciamo la Brain gym, una ginnastica che aiuta il cervello a lavorare bene ed aumenta la concentrazione», riferiscono le maestre. Un'ora a settimana è dedicata invece al «Mind Lab», un laboratorio di giochi in scatola pensati per incrementare le capacità di risolvere problemi e studiare strategie.