<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Le lezioni sono finite, andate al bar E l’università si trasferisce al caffè

Gli studenti dell’università della terza età al bar «Carpe diem» ascoltano la lezione di Rigodanzo DIENNE
Gli studenti dell’università della terza età al bar «Carpe diem» ascoltano la lezione di Rigodanzo DIENNE
Gli studenti dell’università della terza età al bar «Carpe diem» ascoltano la lezione di Rigodanzo DIENNE
Gli studenti dell’università della terza età al bar «Carpe diem» ascoltano la lezione di Rigodanzo DIENNE

Due chiacchiere, una tazzina di caffè e… una lezione d’arte. Ad Albaredo nasce dall’intuizione del presidente di «Adige Nostro» Gianni Rigodanzo e dalla lungimiranza di una barista aperta alle novità, Roberta Rossetti, una nuova forma di università popolare aperta a tutti e gratuita. Con l’incontro di ieri, su Villa Del Bene di Volargne di Dolcè, è iniziata ufficialmente l’iniziativa «Arte & Caffè», voluta da associazione «Adige Nostro» e biblioteca per offrire alla popolazione occasioni d’incontro e crescita intellettuale. È l’aula delle lezioni a fare la differenza: non è né un’aula magna né una sala conferenze, laaffetteria aperta da poco, che già nel nome - Carpe diem – aveva, evidentemente, iscritto il proprio destino. Ha proprio «colto l’attimo» la barista Rossetti, come insegna il poeta latino Orazio. Perché attendere che si facessero avanti istituzioni, sponsor o docenti universitari? È bastato che il presidente Rigodanzo lanciasse l’idea e lei ha aderito entusiasta, offrendo la propria sala per farci stare un proiettore, ospitare il relatore e disporre le sedie per ascoltare meglio la lezione. Senza dover scomodare i celebri caffè letterari del Settecento e dell’Ottocento, luoghi dove si svilupparono correnti filosofiche e politiche e dove la borghesia «illuminata» si nutrì di concetti, idee e progetti che portarono alle grandi rivoluzioni europee, anche il «Carpe diem», nel suo piccolo, contribuisce a promuovere cultura e conoscenza. Ogni decina di giorni, alle 15, fino a quando ci saranno ascoltatori, sarà proposta una lezione storico-artistica per dare la possibilità a tutti di conoscere il proprio territorio, ma non solo. Ma la villa di Dolcè non è del nostro territorio. «Niente affatto», puntualizza Rigodanzo, «dobbiamo considerare che la comunità di Volargne come quella di Albaredo: ha sempre vissuto a stretto contatto con l’Adige, fonte di vita, via di comunicazione e motore di civiltà. La villa si affaccia proprio sul fiume». I successivi appuntamenti sono ancora da fissare ma saranno legati alle attività di «Adige Nostro», associazione che raccoglie, cataloga, preserva e mette in mostra i reperti trovati nel fiume o nelle sue vicinanze. «Nel secondo incontro, parleremo delle ceramiche graffite, tesoro artistico inestimabile del nostro Museo, che ci permette di capire usi, costumi, commerci e influenze artistiche dei nostri avi», annuncia Rigodanzo. L’università popolare vera e propria, quella diretta dall’infaticabile Luigi Manfrin, è terminata un paio di settimane fa con la consegna dei diplomi a una cinquantina di iscritti. I nonnini però, non hanno esaurito la voglia di incontrarsi, né di imparare. L’idea di dare vita a incontri culturali al bar consente al relatore di essere più informale, senza diventare banale, e ai partecipanti di sentirsi più a loro agio, accolti dal sorriso della barista Roberta e sommersi dal profumo di biscottini e caffè. Come ha più volte dimostrato la storia, un luogo pubblico come il bar, favorisce il confronto, l’aggregazione, lo scambio di opinioni. Solitamente si parla di calcio o di politica. Ma, visto che di Hellas Verona è meglio non occuparsi e che la politica è diventata argomento spinoso, perché non elevare l’animo con l’arte e la storia? Con la speranza che il numero di «allievi» aumenti, anche tra i giovani. A volte perché avvenga un cambiamento generale basta solo che qualcuno rompa il ghiaccio. È di questi giorni la notizia che il titolare di un bar di Ca’ degli Oppi ha già chiesto a Rigodanzo di ripetere la medesima formula pure nella frazione di Oppeano. •

Paola Bosaro

Suggerimenti