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La vita del beato don Baldo
e dell’antico paese in mostra

Don Giuseppe Baldo, una vasta rassegna in suo onore in paese
Don Giuseppe Baldo, una vasta rassegna in suo onore in paese
Don Giuseppe Baldo, una vasta rassegna in suo onore in paese
Don Giuseppe Baldo, una vasta rassegna in suo onore in paese

Si intitola «Ronco all’Adige, gli anni di don Giuseppe Baldo: 1877-1880» la mostra allestita nella residenza per anziani «Baldo Ippolita», che aprirà oggi, alle 10, e si potrà visitare fino al 31 ottobre, in occasione del mese baldiano, il periodo in cui ogni anno Ronco ricorda il proprio parroco beato, con iniziative e cerimonie religiose. L’allestimento è stato curato dallo storico e biografo del Baldo, Ernesto Santi, con gli ospiti della casa di riposo. «Quest’anno il percorso espositivo ripercorre gli anni che vanno dal 1877 al 1915, dice Santi, «quelli cioé trascorsi a Ronco da don Giuseppe Baldo, che morì nel 1915. Intendiamo così offrire una lettura precisa della realtà e del vissuto baldiano di quegli anni, con immagini, documenti, opuscoli, alcuni anche originali e inediti», assicura Santi.

Il tema affrontato quest’anno dalla mostra è «Geografia come storia», intendendo lo spazio geografico quale fautore di storia per la sua conformazione. Nell’esposizione si troveranno stralci della vita rurale dell’epoca e delle colture di fine Ottocento ed inizio Novecento, come il riso e l’idraulica del territorio (fiume Adige, canali, fossi ed opere idrauliche). Alcune mappe descrivono la situazione idrogeologica del paese nell’Ottocento: la bonifica delle Valli Ronco-Tomba non era ancora del tutto conclusa. La risaia occupava circa 3 mila campi veronesi nel ronchesano e il resto era coltivato a cereali. Quindi, non c’erano alberi da frutto come oggi. Negli anni 1877-1880 iniziò, poi, la grande emigrazione transoceanica e molti avrebbero lasciato il paese. Il prossimo anno, 2017, ricorreranno i 140 dello sbarco sulle coste brasiliane ed argentine di migliaia di famiglie italiane, anche ronchesane. In questo periodo, venne riordinata inoltre la prebenda parrocchiale, che occuperà parte significativa del tempo del parroco di Ronco, per le implicazioni burocratiche e per le trattative che comportò tale lavoro.

In mostra ci sono anche due opuscoli. Il primo è quello originale dell’omelia di trigesimo per don GioBatta Negrini, sacerdote che ha preceduto don Baldo a Ronco e l’altro raccoglie il discorso di don Baldo al funerale della parrocchiana Elisabetta Ferrari Chiamenti, il 27 febbraio del 1879 e mai pubblicato. La mostra sul Baldo è dedicata a don Franco Alborali (1920-1994), sacerdote di Puegnago che, come giornalista, si occupò in più occasioni di don Baldo. A breve uscirà una una raccolta di tutti i suoi scritti. Z.M.

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