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La Regione dichiara
lo stato di crisi idrica
fino al 15 maggio

L’Adige in secca alle porte di Verona
L’Adige in secca alle porte di Verona
L’Adige in secca alle porte di Verona
L’Adige in secca alle porte di Verona

Nonostante le precipitazioni di questi giorni, persiste una grave carenza di disponibilità idrica in Veneto. A causa delle anomale condizioni meteoriche, con un’ordinanza del presidente della Regione Luca Zaia è stato perciò dichiarato lo stato di crisi idrica su tutto il territorio regionale, che avrà validità fino al 15 maggio, con riserva di modifica dei contenuti in relazione all’andamento meteorologico. Viene anzitutto stabilito che non potranno essere superati determinati valori delle portate derivate o subderivate dall’Adige, nel cui bacino si registra la situazione più critica. In particolare per quanto riguarda il Consorzio di Bonifica Veronese, il valore è di 28 metri cubi/secondo complessivi, con una riduzione per singola derivazione di almeno il 40 per cento rispetto a quanto assentito dal decreto di concessione; per il Consorzio di secondo grado Leb. Il valore da non superare è di 14 metri cubi al secondo complessivi. L’ordinanza stabilisce inoltre che le utenze irrigue non ricomprese nei precedenti Consorzi di bonifica dovranno ridurre del 50%, rispetto a quanto assentito dal decreto di concessione, il prelievo di portate derivate o subderivate dall’Adige, mentre per quanto riguarda il Bacino del Fiume Piave, le utenze irrigue dovranno ridurre il prelievo di concessione del 20% rispetto a quanto assentito dal decreto di concessione, come previsto nel caso di eventi di lieve siccità. Per gli altri bacini idrografici, escluso il bacino del Po, le utenze irrigue dovranno ridurre il prelievo di concessione del 20% rispetto a quanto assentito dal decreto di concessione, con riferimento non alle singole derivazioni, bensì alla portata complessiva derivata dal sistema irriguo. Considerata l’eccezionale siccità nel bacino dell’Adige, il Veneto ha avviato anche un confronto con le Province Autonome di Trento e di Bolzano per definire un protocollo di gestione delle risorse idriche del fiume, allo scopo di preservare e tutelare, secondo principi di salute pubblica, il prioritario attingimento idropotabile.

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