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La piega dai marocchini Le imprese sono multietniche

Nella foto d’archivio, un barbiere di origine nordafricana
Nella foto d’archivio, un barbiere di origine nordafricana
Nella foto d’archivio, un barbiere di origine nordafricana
Nella foto d’archivio, un barbiere di origine nordafricana

Un’impresa su dieci a Bovolone è gestita da stranieri. A fronte infatti di 1.500 aziende iscritte alla Camera di Commercio, 144 sono gestite da non italiani: 35 intestate a titolari della Comunità Europea e 109 da cittadini da paesi extracomunitari. Nel centro storico è pronto ad aprire un nuovo salone di bellezza, il primo di questo genere gestito da imprenditoria marocchina, ma in città ha aperto anche un centro di trattamento per il corpo gestito da cinesi e pure un salone unisex gestito sempre da orientali; di recente ha poi aperto un ristorante di sushi e da anni alcuni indiani vendono kebab. Va detto che, nell’80 per cento dei casi, si tratta di ditte individuali. Mentre la presenza di operai nell’edilizia e nella logistica di romeni, albanesi, moldavi, nord africani con partita Iva ormai non si conta. Siamo cioé di fronte a una tendenza ormai conclamata e che si è consolidata negli anni, dal 2012 al 2016, così come rilevato dagli uffici statistici della Camera di commercio. I dati sono stati ripresi e pubblicati nei documenti programmatici dell’amministrazione comunale per il prossimo triennio. Un andamento che è in linea con il trend registrato sempre dalla Camera di Commercio in tutta la provincia scaligera. Il dato sulle imprese straniere viene definito «interessante»; ciò che sorprende è l’andamento crescente in modo costante delle imprese, in controtendenza col dato generale. Le imprese straniere comunitarie erano 30 nel 2012 e sono diventate 35 nel 2016 mentre quelle extracomunitarie erano 83 e sono salite a 109. Per contro, le imprese operanti nel territorio di Bovolone a fine 2016 (ultimo dato utile pubblicato nella relazione al Documento unico di programmazione a luglio 2018) erano 1.500, metà delle quali individuali: 5 anni prima se ne contavano 1585, quindi c’è stato un calo. Le imprese artigiane a fine 2017 erano 581, cinque anni prima 675. A Bovolone si sono abbassate definitivamente 94 saracinesche, una media di 18 all’anno, un calo percentuale dell’1,1 per cento all’anno. Colpisce il dato sulle imprese registrate nel settore della fabbricazione di mobili che erano 193 nel 2012 e si sono ridotte a sole 158 nel 2017: un calo del 19 per cento. Il conteggio inizia dal 2000 quando le imprese erano 1.522 e per i 10 anni successivi sono arrivate a 1648 per poi scendere, anno dopo anno, arrivando a quota 1500, peraltro non tutte attive. Difatti, ogni 100 imprese registrate, 91 sono attive, 3 in scioglimento e 2 sottoposte a procedure concorsuali, le 4 restanti risultano inattive. Insomma, il contributo degli stranieri non si ferma all’aspetto demografico ma fa sentire il suo peso anche in ambito economico e produttivo anche se ciò non basta a compensare un trend negativo che va avanti da anni. •

Roberto Massagrande

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