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La comunità per disabili

Festa di compleanno alla comunità alloggio per disabili adulti
Festa di compleanno alla comunità alloggio per disabili adulti
Festa di compleanno alla comunità alloggio per disabili adulti
Festa di compleanno alla comunità alloggio per disabili adulti

L’hanno chiamata «L’Abbraccio» perché è una comunità piccola e a gestione quasi familiare. Dopo due anni di lavoro, di burocrazia e di snervante attesa, la comunità alloggio per disabili adulti presente all’interno della casa di riposo Ca’ dei Nonni di Albaredo ha ottenuto l’accreditamento regionale. La cooperativa CSA di Mantova, che gestisce la casa di riposo, ha dunque tutte le carte in regola, e soprattutto le risorse finanziarie da Venezia, per poter accogliere sei persone con gravi disabilità fisiche e psichiche. Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente della cooperativa Claudio Cuoghi e dai suoi collaboratori, che però spingono ancora sull’acceleratore per poter ampliare l’offerta. «Questo è un luogo bello, accogliente, funzionale, in cui lavorano persone preparate e motivate», afferma Cuoghi. «Avremmo la possibilità di raddoppiare il numero dei posti letto per i disabili adulti: attendiamo risposte dalla Regione». Il presidente ricorda che solo a Verona sono circa 200 le situazioni di emergenza che necessiterebbero di appoggio in una comunità alloggio. Perfino nella vicina Cologna «è noto che gli ex malati psichiatrici, almeno in parte, dovrebbero lasciare il Centro polifunzionale per una struttura più idonea ad accoglierli, quale è la nostra», osserva. Mentre la CSA attende risposte da Palazzo Balbi, i cinque ospiti (uno è deceduto lo scorso anno e il posto è vacante, ndr) de «L’Abbraccio» trascorrono le giornate cercando di mantenere i propri spazi, ma al contempo «anche di crescere accettando gli altri e condividendo ambienti ed interessi comuni», spiega l’educatrice Giada Spagnolo. Alcuni di loro hanno sempre vissuto in famiglia, altri invece hanno avuto esperienze di accoglienza nei Centri diurni, ma non hanno mai trascorso la loro vita completamente all’interno di un istituto. «Se arrivano qui da noi vuol dire che non hanno più familiari che li possono seguire oppure che la situazione si è aggravata», riferiscono alla Ca’ dei Nonni. Alla comunità «L’Abbraccio» i disabili adulti vengono spronati a recuperare le loro autonomie residue, a mettere in campo le proprie capacità, come quella di leggere o di curare l’orto della casa di riposo per poi produrre il pesto. •

Paola Bosaro

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