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La Bassa perde terreno
Malaspina unico eletto

Giorgio Malaspina
Giorgio Malaspina
Giorgio Malaspina
Giorgio Malaspina

La Provincia è sempre più lontana dalla Bassa. Questo, quantomeno, è quello che vien da pensare guardando i risultati delle elezioni per il rinnovo del consiglio dei Palazzi Scaligeri che si sono svolte domenica scorsa. Elezioni che per la seconda volta, in seguito alla riforma varata nel 2014, non hanno avuto come votanti i cittadini, bensì i rappresentanti delle amministrazioni locali. A valutare il risultato delle operazioni di voto - che si sono svolte in due giornate a causa di un errore e che alla fine hanno registrato la presenza di 1.102 dei 1.080 aventi diritto - appare chiaro che il Basso veronese ha subito un notevole arretramento della propria rappresentanza. È ben vero che quest'area geografica esprime il presidente della Provincia - Antonio Pastorello, che è anche sindaco di Roveredo e che era stato eletto con carica quadriennale nell'ottobre del 2014 – ma è altrettanto certo che il numero dei consiglieri provenienti dalla pianura è ridotto al lumicino.

Solo uno dei 16 nuovi consiglieri è infatti della Bassa. Si tratta di Giorgio Malaspina, attuale assessore ed ex sindaco di San Pietro di Morubio, che è stato riconfermato nell'ambito della lista Centrodestra Verona. Malaspina, iscritto all'Udc, ieri ha incassato le congratulazioni pubbliche del senatore Antonio De Poli, secondo il quale la sua elezione «premia la dimensione locale del partito». Il numero dei candidati della Bassa era drasticamente ridotto in termini assoluti rispetto a quello della tornata precedente - 10 su 41 rispetto ai 18 su 79 del 2014 - ed il risultato è stato alla fine decisamente riduttivo. D'altro canto, la lista dei candidati sconfitti pare essere il paradigma della difficoltà del territorio di fare forza comune. Fra coloro che sono rimasti fuori, ad esempio, c'è Luigi Santi, vicepresidente del consiglio di Legnago che faceva parte della lista Insieme per Verona ed era sostenuto dal Pd e da altre forze di centrosinistra. Se Santi era l'unico candidato legnaghese, e costituiva l'unica possibilità per l'amministrazione che guida la città del Torrione di essere rappresentata in Provincia, a dare il segno della débacle del Pd, che in tutto ha portato in Consiglio tre membri, c'è anche la mancata elezione del suo capogruppo a Bovolone Chiara Tessarollo.

Non è certo andata meglio all'area composta da tosiani ed alcune formazioni civiche di Verona scaligera, che presentava sei candidati (l'assessore di Castagnaro Silvia Bettarello, il consigliere di Oppeano Giuliano Boaretto, il consigliere di Bovolone Vladimir Castellini, il sindaco di Bonavigo Ermanno Gobbi, e gli esponenti dell'opposizione a Terrazzo e Salizzole Riccardo Saggioro e Roberto Salvan) e non ha ottenuto nemmeno un seggio. L'unica forza ad andare, relativamente, bene è stato quindi il centrodestra. Relativamente, visto che non ce l'ha fatta a passare un candidato illustre come il sindaco di Salizzole Mirko Corrà, che era consigliere uscente. Nel 2014,va ricordato, gli eletti furono tre: Malaspina, Corrà e l'allora consigliere leghista di Cologna Davide Febi.

Luca Fiorin

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