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La banda del rame fa razzia in due aziende

L’azienda «Mecmar srl» svaligiata dai ladri di rame DIENNEFOTOLo stabilimento della cooperativa «Apo Scaligera» di viale Ungheria
L’azienda «Mecmar srl» svaligiata dai ladri di rame DIENNEFOTOLo stabilimento della cooperativa «Apo Scaligera» di viale Ungheria
L’azienda «Mecmar srl» svaligiata dai ladri di rame DIENNEFOTOLo stabilimento della cooperativa «Apo Scaligera» di viale Ungheria
L’azienda «Mecmar srl» svaligiata dai ladri di rame DIENNEFOTOLo stabilimento della cooperativa «Apo Scaligera» di viale Ungheria

La banda del rame è tornata in azione nella Bassa. E, questa volta, i ladri a caccia del pregiato «oro rosso», facilmente smerciabile sul mercato nero e quindi molto redditizio, hanno concentrato le loro razzie a Minerbe, svaligiando, a distanza di pochi giorni, due aziende dislocate a qualche centinaia di metri l’una dall’altra. Sempre con lo stesso modus operandi - colpi messi a segno di notte sui tetti degli stabilimenti dove sono posati pannelli fotovoltaici - che inducono gli inquirenti a ritenere che si tratti della stessa organizzazione. Ossia malviventi, in arrivo probabilmente da fuori provincia, specializzati nei furti di questo ricercato metallo, di cui in passato hanno già fatto le spese nella zona depositi, cantieri edili, cimiteri, cabine elettriche e persino reti della pubblica illuminazione. PRIMO COLPO. La prima a finire nel mirino dei ladri di rame è stata la «Mecmar spa», un’azienda che produce essiccatoi per cereali. I banditi «acrobati», servendosi di scale, si sono arrampicati per una decina di metri fino a raggiungere la copertura del capannone affacciato su via Copparo, lungo la strada che congiunge Minerbe a Boschi Sant’Anna. Quindi hanno provveduto a tranciare i cavi collegati ai pannelli solari ricavando oltre 500 metri di rame. Poi, con ogni probabilità, hanno caricato la refurtiva su un furgone commerciale, un Citroen Jumper, di proprietà della stessa «Mecmar spa», che è stato ritrovato successivamente a Montagnana, nella Bassa padovana, dove è stato abbandonato dopo il trasbordo delle bobine di metallo su un altro mezzo. Al di là del valore della refurtiva, i ladri hanno arrecato anche ingenti danni all’azienda, che è stata costretta addirittura a sospendere per un giorno il ciclo produttivo in attesa di ripristinare l’impianto messo fuori uso dai banditi. Danni che, in base alla denuncia presentata dal titolare della ditta ai carabinieri, si aggirano sui 20mila euro. SECONDO FURTO. Nemmeno il tempo di avviare le indagini per cercare di individuare la banda che ha saccheggiato la «Mecmar spa», che i «pendolari dell’oro rosso» sono ritornati a colpire nel piccolo centro dell’Adige Fratta. Nella notte tra venerdì e sabato scorsi, un furto del tutto simile a quello avvenuto pochi giorni prima in via Copparo ha interessato infatti l’ex Consorzio ortofrutticolo di viale Ungheria: una realtà assorbita nell’aprile del 2012 dall’Apo Scaligera, la società cooperativa di Santa Maria di Zevio a cui fanno capo 460 aziende del comparto primario con una produzione annua di oltre 450mila quintali tra frutta e ortaggi. Anche in questo caso, i banditi, attraverso alcune tubature, sono saliti sul tetto dello stabilimento, provvisto di una vasta distesa di pannelli solari. Per poi impossessarsi di un certo quantitativo di fili di rami che sono stati gettati a terra e caricati su un mezzo parcheggiato nelle vicinanze. Il bottino, fino a ieri, non era ancora stato quantificato. Anche se, in base ad una prima stima, i danni arrecati dalla banda non sarebbero di poco conto. Fortunatamente, i malviventi non hanno però costretto l’Apo Scaligera ad interrompere la propria attività lavorativa come era accaduto invece alla «Mecmar». In attesa che venga formalizzata anche questa seconda denuncia, le forze dell’ordine intensificheranno ora le ricerche della banda. Preziosi indizi potrebbero arrivare dalla visione dei filmati ripresi dalle telecamere di videosorveglianza. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Stefano Nicoli

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