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Isola Rizza
girandola
di vice
sindaci

Il sindaco Silvano Boninsegna all’insediamento con la sua giunta nel giugno dello scorso anno FOTO DIENNE
Il sindaco Silvano Boninsegna all’insediamento con la sua giunta nel giugno dello scorso anno FOTO DIENNE
Il sindaco Silvano Boninsegna all’insediamento con la sua giunta nel giugno dello scorso anno FOTO DIENNE
Il sindaco Silvano Boninsegna all’insediamento con la sua giunta nel giugno dello scorso anno FOTO DIENNE

Quattro assessori, quattro vicari del sindaco Silvano Boninsegna. Assessori per 60 mesi, vicesindaci per 15 mesi ciascuno. I periodi da facenti funzioni di Boninsegna sono stati suddivisi con la calcolatrice. A Isola Rizza, 3.300 abitanti. Il primo ex vicesindaco è Michela Molinari; il vicesindaco in carica è Laura Filippi; i successivi vicesindaci saranno, in ordine, Fabio Pomini e Mirjana Mioni. Molinari, casalinga, ha 40 anni; Filippi, impiegata, ha 36 anni; Pomini e Mioni , studenti universitari, hanno 23 anni. Molinari, Pomini e Mioni amministrano per la prima volta. Filippi è già stata consigliere. Nel 2016, Filippi ricevette un centinaio di preferenze, Molinari una quarantina, Pomini altrettanti, Mioni una trentina. Altri ebbero più consensi.

Sindaco: tutti vicesindaci, nessun vicesindaco.

«Gli assessori si equivalgono, per volontà e capacità personali».

Dài, l’alternanza è intenzionale. La sua scaltrezza assicura la sua saldezza.

«Non è così. Ogni decisione è presa collegialmente. Io non comando, loro non ubbidiscono. Non sono dittatore».

Sono principianti, non sprovveduti.

«Se non mi riproporrò, uno degli assessori potrebbe essere il prossimo candidato sindaco».

Altrochè! Boninsegna è per la prima volta sindaco. Potrà, meglio, vorrà, ricandidarsi.

«Entro il 2021, gli assessori avranno maturato sufficiente competenza, anche da vicesindaci. Quindici mesi a testa: il tempo c’è».

Il vicesindaco non è il sindaco.

«Anch’io sono stato assessore in precedenza».

Ditemi, Molinari, Filippi, Pomini e Mioni: se Boninsegna fosse irraggiungibile al loro o in vacanza, il vicesindaco di turno firmerebbe un provvedimento improrogabile, chessò, per la salute e la sicurezza dei concittadini?

«Intanto, riproveremmo a contattare il sindaco. Dopodichè, ci riuniremmo tra assessori per verificare la necessità e valutare le conseguenze della firma. Meglio, se supportati dal segretario o dai funzionari comunali. Infine, l’assessore - vicesindaco firmerebbe».

Invece, Molinari, cos’ha sottoscritto al posto del sindaco?

«Inizialmente, un documento non rilevante; ultimamente, le carte d’identità dei nipoti».

In piazza era il vicesindaco o semplicemente Michela?

«Il vicesindaco, sebbene mio padre, Raffaello, che ha una ditta, sia piuttosto noto».

Sarebbe rimasta vicesindaco?

«Sì, perché sarei stata sostenuta dagli altri».

Mentre Filippi, che, adesso, è il vicesindaco?

«Ho appena cominciato. Sì, comunque, continuerei, per carattere. È una responsabilità che mi assumerei durevolmente».

Pomini?

«Sì, proseguirei, considerata la media, quanto a preparazione, degli amministratori di altri paesi che conosco o con i quali ho partecipato agli incontri».

Epperò, che determinazione! Pomini, dunque, sarà sicuramente candidato sindaco?

«No. Non avrei abbastanza esperienza».

Ah! Mioni: sarà l’ultima dei vicesindaci. Andrebbe avanti?

«Sì, anche se il ruolo di vicesindaco non sarebbe così contenuto quanto quello di assessore, mi sentieri ugualmente protetta».

Molinari, Filippi e Mioni: vi candidereste sindaci?

«No. Siam soddisfatte così».

Boninsegna: pché Molinari, finchè è stata vicesindaco, non ha mai indossato il Tricolore?

«Mai avuto l’opportunità. Ma non sono un presenzialista. Smentirò qualsiasi altra dichiarazione mi sarà attribuita al riguardo».

Sarò rigoroso. Molinari le ha consegnato, perfino, la fascia custodita occasionalmente nella propria borsa.

«Nemmeno quando ero assessore portavo spesso il Tricolore».

Molinari: tra le foto di famiglia, ci sarebbe stata quella con il Tricolore?

«Sì. Ma non l’avrei cercata, sarebbe dovuta capitare. Avrei celebrato volentieri qualche matrimonio in municipio».

Almeno Filippi avrà messo a tracolla l’autorevole nastro?

«Quando ho consegnato le tessere elettorali ai neomaggiorenni».

Vicini di casa. Isola Rizza non è Verona.

«Altrove, in altri contesti, ho scherzato con quegli stessi ragazzi. Quella volta, però, sono maturata un altro po’. Mi sono resa conto dell’importanza istituzionale del mio gesto».

Pomini e Mioni: nonostante la condizione soltanto di assessori, dove siete stati col Tricolore?

«Al sacrario sul Baldo».

Nelle due guerre mondiali morirono milioni di militari e civili per darci la libertà.

«È stato un onore, per noi, partecipare alla commemorazione».

Non è stato propriamente un happy hour con lo spritz.

«Eravamo consapevoli di rappresentare la nostra comunità. È La verità».

A quell’età, oggigiorno, non è un’ovvietà. Il resto l’apprenderanno con la caparbietà.

Stefano Caniato

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