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«Inquinanti nella cava»
Il sindaco però smentisce

L’ex cava ricoperta al centro di denunce e segnalazioni DIENNEFOTO
L’ex cava ricoperta al centro di denunce e segnalazioni DIENNEFOTO
L’ex cava ricoperta al centro di denunce e segnalazioni DIENNEFOTO
L’ex cava ricoperta al centro di denunce e segnalazioni DIENNEFOTO

Una lettera inviata a ben 43 indirizzi di enti, politici, associazioni ambientaliste e organi di informazione, con tanto di dettagli e planimetrie, fa riemergere il caso legato ad una ex cava di Roverchiara che da anni solleva timori in paese. Per alcuni cittadini, infatti, sarebbe stata riempita con materiali inquinanti. Un fatto che era già stato ipotizzato in passato con segnalazioni ed esposti. Ma che il sindaco Loreta Isolani definisce «inesistente in base alle verifiche fatte dal Comune».

La vicenda legata a questo terreno - situato a lato dello scolo Nichesola, ai confini con San Pietro di Morubio, tra le località Panego e Possessione – sembra essere destinata a tornare in primo piano ciclicamente. Già nel 2010, infatti, in merito all'ex cava c'era stato un primo esposto anonimo. Poi, nel 2014, era stata oggetto di una denuncia circostanziata presentata da un cittadino. Ed ora a ritirarla in ballo è una nuova missiva, che non è firmata ma che è stata mandata a tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, possono avere un interesse ad approfondire questa storia. Una lettera corredata di fotografie aree che documentano i cambiamenti subiti dall'area, che è di poche migliaia di metri, a partire dal 2006. Mutazioni che prima hanno portato alla chiusura della buca e poi hanno visto quel terreno diventare agricolo e quindi venire, di recente, coltivato.

Secondo gli autori della segnalazione, quello spazio è definito negli strumenti urbanistici comunali come zona umida, con conseguenti vincoli paesaggistici, ma è stato trasformato in area ad uso agricolo intensivo dopo che la fossa era stata coperta con «materiale maleodorante», con possibili pericoli per l'ambiente e l'uomo. Stando al primo cittadino, invece, questo nuovo j’accuse è privo di fondamento. «La segnalazione iniziale era sfociata in una prima attività dell'amministrazione comunale di cui all’epoca ero assessore, nonostante non fosse firmata, e quando è arrivata la denuncia, che era stata presentata in maniera formalmente corretta, abbiamo compiuto tutte le indagini del caso», spiega Isolani, sindaco dal 2014.

«Abbiamo incaricato degli esperti di svolgere controlli nel terreno e ci siamo anche rivolti ad un legale per sapere come muoverci», aggiunge. «Alla fine il risultato di tutta quest’operazione approfondita è stato che nell'ex cava non c'è nessun materiale inquinante. Se ora il terreno viene coltivato è perché si tratta di un'attività autorizzata e per questo mi sento serena nel tranquillizzare i cittadini». «Chi vuole vedere i documenti», prosegue Isolani, «venga in municipio e faccia domanda di accesso agli atti, gli verrà mostrato tutto. Quanto alle lettere anonime credo che lascino il tempo che trovano. D'altronde, di tutte le istituzioni a cui è stata mandata solo un paio hanno chiesto sinora informazioni al Comune». Per il sindaco, il territorio di Roverchiara è stato per davvero potenzialmente messo sotto attacco proprio nella zona della cava, ma a causa di altre iniziative. «Lì vicino era stato previsto l'insediamento di una discarica di amianto, contro il quale il Comune si è battuto da subito e che è stato oggetto di un parere negativo della Commissione di valutazione ambientale regionale sul quale il Tar dovrebbe esprimersi in questi giorni», spiega. «Figuriamoci se avremmo permesso che sussistesse una situazione inquinante non controllata».

Luca Fiorin

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