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Incendio distrugge stock di foraggio

I cumuli di erba medica infiammati dentro al capannone che si è incendiato in zona artigianaleOre di intervento per i vigili del fuoco di Legnago e Verona DIENNE FOTO
I cumuli di erba medica infiammati dentro al capannone che si è incendiato in zona artigianaleOre di intervento per i vigili del fuoco di Legnago e Verona DIENNE FOTO
I cumuli di erba medica infiammati dentro al capannone che si è incendiato in zona artigianaleOre di intervento per i vigili del fuoco di Legnago e Verona DIENNE FOTO
I cumuli di erba medica infiammati dentro al capannone che si è incendiato in zona artigianaleOre di intervento per i vigili del fuoco di Legnago e Verona DIENNE FOTO

Riccardo Mirandola A Sanguinetto ritorna l’incubo degli incendi. Poco dopo l’una e mezza di sabato notte, un rogo di vaste proporzioni ha distrutto un deposito di erba medica che era custodita in un capannone nella zona artigianale di via Dossi, adiacente alla Regionale 10. IL DEPOSITO. Da alcuni mesi l’edificio, non ancora del tutto terminato, era utilizzato da una azienda zootecnica della zona per accatastare rotoballe di erba medica, foraggio raccolto durante la stagione estiva e che doveva servire per alimentare il bestiame durante l’inverno. L’INCENDIO. In pochi minuti le fiamme hanno avvolto gran parte del capannone che, secondo una stima approssimativa, conteneva almeno 2000 quintali di fieno. L’allarme è stato lanciato da alcuni automobilisti in transito che, vedendo le fiamme alzarsi al cielo per alcuni metri, hanno chiamato i Vigili del Fuoco di Legnago. La prima squadra giunta sul posto ha chiesto immediatamente l’intervento di altri colleghi, dalla sede di Verona, per poter avere ragione del colossale rogo che stava divorando quintali di foraggio sprigionando nell’aria un odore acre di erba bruciata. Nonostante fosse notte fonda gli abitanti della zona sono stati svegliati dalle sirene dei soccorritori ma anche dal fumo che in poco meno di un’ora ha avvolto gran parte di Sanguinetto. Le operazioni di contenimento delle fiamme si sono in particolare concentrate nella parte che confina con una mostra di mobili. I Vigili del Fuoco temevano che le fiamme, alimentate dal vento, potessero intaccare la struttura vicina e creare quindi ulteriori danni. Fortunatamente, dopo circa tre ore di continuo versamento di acqua sui rotoloni incandescenti, il pericolo di incendio per il capannone vicino è stato scongiurato anche se il fuoco ha continuato a propagarsi all’interno della struttura in cemento, trovando sempre abbondante materiale per la combustione. ORE DI INTERVENTO. Le operazioni di spegnimento del vasto e tenace incendio - difficile da contenere proprio per il tipo altamente infiammabile di materiale che ha preso fuoco - sono proseguite per l’intera mattinata di ieri fino a protrarsi poi anche nel primo pomeriggio: per avere ragione degli ultimi focolai rimasti attivi è servito quasi tutto il giorno di ieri. Sul posto sono giunti anche i proprietari del foraggio per gli animali, i quali avevano riposto in quel deposito tutte le scorte di cibo per il bestiame allevato nel centro aziendale che si trova a poco meno di due chilometri di distanza dal capannone. IL DUBBIO DEL DOLO. Secondo alcune indiscrezioni - e le prime ipotesi avanzate - sembra comunque che le cause dell’incendio non siano casuali. In questo periodo dell’anno, infatti, l’autocombustione del fieno accatastato sembra da escludersi anche perché il materiale era stato stoccato oramai da un paio di mesi, un periodo cioé ben più caldo. Anche l’ipotesi di un guasto elettrico interno al capannone per il fieno pare totalmente da scartare visto che l’immobile era completamente privo di energia elettrica. IL PIROMANE. Una delle piste che i carabinieri di Sanguinetto e di Legnago starebbero seguendo con particolare attenzione, potrebbe dunque anche essere quella di un gesto deliberato da parte di sconosciuti. Una ipotesi questa che fa tornare in mente a tutti l’incubo del piromane che nel 2016 aveva terrorizzato per mesi gli abitanti di Casaleone e di Sanguinetto. Da qualche tempo, inoltre, era scattata, tra i residenti della zona, una protestata, segnalata in municipio, per quel capannone pieno di erba medica. In tanti temevano quello che purtroppo è successo ieri notte, pensando che una simile quantità di foraggio secco e altamente infiammabile avrebbe fatto gola a qualche piromane. Il sindaco Alessandro Braga sarebbe anche intervenuto con i proprietari dell’azienda agricola per chiedere loro di spostare il foraggio entro fine novembre. •

Riccardo Mirandola

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