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Incassati i cinque milioni
Ora è caccia al Paperone

Fabrizio Fattori e sua moglie Lauretta dietro il bancone DIENNEFOTOI festeggiamenti alla tabaccheria Fattori dopo la maxi vincitaMichela SaorinPalma FerrariIvano CrosaraVittorio Tosetto
Fabrizio Fattori e sua moglie Lauretta dietro il bancone DIENNEFOTOI festeggiamenti alla tabaccheria Fattori dopo la maxi vincitaMichela SaorinPalma FerrariIvano CrosaraVittorio Tosetto
Fabrizio Fattori e sua moglie Lauretta dietro il bancone DIENNEFOTOI festeggiamenti alla tabaccheria Fattori dopo la maxi vincitaMichela SaorinPalma FerrariIvano CrosaraVittorio Tosetto
Fabrizio Fattori e sua moglie Lauretta dietro il bancone DIENNEFOTOI festeggiamenti alla tabaccheria Fattori dopo la maxi vincitaMichela SaorinPalma FerrariIvano CrosaraVittorio Tosetto

Il misterioso milionario di Veronella c’è e continua a mantenere il segreto. Sono passati sette mesi da quel fatidico 6 gennaio, data in cui la storia della piccolissima località di Giavone, appena 70 anime, è cambiata. Il biglietto da 5 milioni di euro venduto nella tabaccheria dei fratelli Adriano e Fabrizio Fattori è stato incassato. Il termine di 180 giorni è scaduto e i Monopoli di Stato hanno comunicato che il favoloso tagliando della Lotteria Italia è stato regolarmente riscosso. Chi invece è stato così sbadato da non controllare, oppure ha avuto la sfortuna di gettare via il biglietto prima dell’estrazione, è stato l’acquirente della provincia di Caserta che ha «dimenticato» di riscuotere il secondo premio da 2 milioni di euro. Lo smemorato di Caserta non è il solo per questa edizione della Lotteria: complessivamente sono tornati all’erario 2 milioni e 925mila euro: al premio di prima categoria si aggiungono sette premi da 50mila e 23 da 25mila euro che dopo i 180 giorni di rito sono rimasti in cassa. Fra questi non c’è quello di Giavone.

Tuttavia, nella contrada all’incrocio fra i Comuni di Cologna, Veronella, Albaredo e Pressana la vita continua come non fosse accaduto nulla. Immersa nella campagna della Bassa veronese, la ricevitoria-minimarket dei fratelli Fattori è frequentata dalle stesse persone di sempre. C’è l’anziano che alleva tortore e colombi, e si fa preparare due chili di granaglie per nutrire i suoi volatili, la casalinga che acquista pasta, sugo ed affettati, il muratore che compra i panini da portare al cantiere dove lavora. Ovviamente nessuno dichiara di essere il fortunato «paperone». «Io non ho mai acquistato biglietti della Lotteria Italia, preferisco puntare al Lotto», afferma Vittorio Tosetto. «Si sentono molte chiacchiere in giro. Si dice che il fortunato abiti qui a Veronella oppure che sia di Presina di Albaredo, la verità è che nessuno sa chi sia». «Non ho vinto anche perché non ho neppure acquistato il biglietto, per la prima volta nella mia vita», rivela Michela Saorin. «Non faccio ipotesi sul fortunato perché sono un po’ invidiosa, perciò preferisco non pensarci». «Qui l’asfalto è sempre pieno di buche, le giornate si susseguono come prima, non c’è alcuna novità», sospira Palma Ferrari. «Se avessi vinto io cercherei di aiutare sia i familiari che la comunità». All’improvviso si sente un rombo di motore fuori dal negozio. Che sia la Ferrari del milionario? «È la mia nuova Harley Davidson», ammette Ivano Crosara. «Sono un appassionato e ne ho un’altra a casa. Non ho vinto io i 5 milioni, solo qualche accessorio per la cucina alla lotteria della sagra di Sant’Andrea», sorride. «Però ho dei sospetti su una coppia di coniugi che ha appena acquistato una villa del Seicento a Cologna».

Crosara confessa di tenere d’occhio le loro espressioni, la condotta di vita, perfino il modo di camminare. Eh sì, certo, perché un milionario mica cammina con i piedi per terra come tutti gli altri. E se qualcuno pensa che il riccone veronese si stia prendendo gioco di chi lo continua a cercare, Lauretta Castagna, moglie di Fabrizio Fattori, ha pensato che un aiuto dal cielo può essere sempre utile: «Alla processione in onore di Sant’Antonio, lo scorso 13 giugno, abbiamo pregato affinché il vincitore si facesse finalmente vivo, finora però non abbiamo avuto alcun segnale». Incredibile a dirsi, eppure da quel 6 gennaio i commercianti veronellesi non hanno ricevuto né un biglietto di ringraziamento né una telefonata. «Pensavamo che il premio non fosse stato incassato, tuttavia ora che sappiamo che il milionario esiste davvero siamo molto amareggiati che non si sia fatto sentire in alcun modo», aggiunge Fabrizio.

Alla tabaccheria di Giavone, dunque, non è giunto alcun messaggio né tantomeno un regalo. Molti compaesani pensano che il motivo sia uno solo: i «Paperoni» sarebbero gli stessi Fattori che però negano con fermezza. «Secondo alcuni concittadini saremmo noi i milionari. Lo pensa anche qualche furfante di passaggio, visto a che a Ferragosto abbiamo ricevuto la sgradevole visita dei ladri nella nostra abitazione», racconta Lauretta. «Chissà, forse cercavano i 5 milioni. In realtà li stiamo cercando pure noi». Ogni tanto la famiglia Fattori ripensa a quel blocchetto da 20 tagliandi. «Tra quei biglietti c’erano 5 milioni e noi non lo sapevamo», riferisce Fabrizio mentre serve i clienti, «a ripensarci sale la rabbia».

Che il vincitore decida di rivelarsi oppure no, rimane il fatto che la vincita milionaria per una località così piccola è stata sicuramente un evento storico, irripetibile. Per questo, a fine settembre, i negozianti affiggeranno una targa ricordo all’ingresso della tabaccheria, nella speranza che in quell’occasione il «Re Mida» di Giavone venga a stappare almeno una bottiglia di champagne.

Paola Bosaro

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