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In campo nel ricordo di sei angeli

Squadre e organizzatori della Partita del cuore FOTOSERVIZIO DIENNEFOTO
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Squadre e organizzatori della Partita del cuore FOTOSERVIZIO DIENNEFOTO
Squadre e organizzatori della Partita del cuore FOTOSERVIZIO DIENNEFOTO

In campo a Santo Stefano per loro e con loro. Gli amici di Anna, Michel, Enrico, Nico, Alberto e Davide hanno indossato maglietta e calzoncini e si sono sfidati sabato sera nella prima «Partita del cuore», organizzata dalle famiglie dei sei ragazzi che hanno perso la vita tra il 2013 e il 2017 in diversi incidenti stradali nel Colognese. Chi ha seguito l’evento, proposto a cinque anni da quella fatidica notte fra il 9 e il 10 novembre del 2013, quando Anna, Michel, Enrico e Nico furono travolti e uccisi da un’Audi A3 alla rotonda di Arcole, non ha visto in campo solo 21 ragazzi. Accanto agli atleti in carne ed ossa c’erano sei angeli, che stavano in mezzo ai loro amici, ridevano con loro, studiavano nuove strategie per battere gli avversari e arrivare in rete. Si sono sfidate la squadra gialloblù, che raccoglieva giovani da San Bonifacio e da Ronco, e quella biancazzurra, con giocatori da Sule, Veronella e Zimella. Non sono mancati agonismo e voglia di vincere, anche se a nessuno, alla fine, è importato di sapere il risultato del match. «È stata una grande emozione vedere gli amici dei ragazzi ancora uniti a cinque anni dalla disgrazia», racconta Valentina Bergamasco, cugina di Nico, «sembrava che da un momento all’altro dovessero darsi il cambio e far entrare in campo i nostri angeli». Nella squadra biancazzurra figuravano anche Matteo Boseggia, fratello di Enrico, e Gabriele Rinaldi, fratello di Alberto. Ad aprire la serata ci ha pensato Cristina Ceolaro, mamma di Enrico e portavoce del gruppo di genitori dei ragazzi deceduti, che quest’anno si è allargato anche alle due Albertina, mamme di Davide Lanza e di Alberto Rinaldi. Ha spiegato la doppia valenza dell’evento che da un lato vuole essere un momento di ricordo, «nell’allegria e nell’amicizia», e dall’altro ha lo scopo di «promuovere la solidarietà nei confronti delle persone che vivono situazioni di difficoltà». Fra il pubblico, a fare il tifo per gli atleti in campo, c’era anche l’unica sopravvissuta alla tragedia di Arcole, Sara Sinigaglia. Al momento dello schianto era una quindicenne, nel fiore dell’adolescenza. Ora Sara ha 20 anni, è una bella giovane donna, porta cicatrici sul corpo e ferite nello spirito, ma ha tanta voglia di vivere la sua esistenza in serenità e pienezza. E ne ha tutto il diritto. Il diritto di continuare a sperare in un miglioramento delle proprie condizioni di salute ce l’hanno anche i bambini che si rivolgono alla onlus sambonifacese «Bianca nel cuore», a cui andranno i soldi raccolti durante la cena seguita alla «Partita del cuore». Brunella Pigotto, referente dell’associazione, ha spiegato al pubblico gli scopi di questa onlus e ha spiegato che recentemente sono stati finanziati corsi di formazione per fisioterapisti in America Latina. Questi specialisti, da poco sono tornati in Italia per insegnare ad altri colleghi le nuove metodologie, che consentoono di attuare percorsi riabilitativi innovativi. Finita la partita, a tutti i calciatori sono stati consegnati dei portachiavi ricordo, mentre il dj Carlo Baldisserotto ha intrattenuto i presenti. Nei gazebo allestititi all’ esterno dell’ impianto sono stati serviti risotto e patatine fritte cucinate dai volontari del Circolo Noi e dalle mamme dei ragazzi. La mamma di Davide Lanza ha preparato anche una torta con sei stelle, sei luci guida per chi è rimasto e guarda ai ragazzi per trovare la forza di continuare a vivere. •

Paola Bosaro

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