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Il sindaco: «Ci batteremo
per mantenere a Legnago
la lavorazione dei farmaci»

Da sinistra, Bonetti con i partecipanti alla festa di Natale DIENNEFOTO
Da sinistra, Bonetti con i partecipanti alla festa di Natale DIENNEFOTO
Da sinistra, Bonetti con i partecipanti alla festa di Natale DIENNEFOTO
Da sinistra, Bonetti con i partecipanti alla festa di Natale DIENNEFOTO

Un reparto di eccellenza, che intende restare tale anche dopo la riorganizzazione della sanità veneta, che dal prossimo primo gennaio vedrà confluire l'Ulss 21 di Legnago nella nuova «Azienda sanitaria 9 Scaligera» di Verona. Andrea Bonetti, primario dell'unità di Oncologia medica del «Mater salutis», non ha celato qualche preoccupazione durante l'annuale festa natalizia, che da 16 anni riunisce pazienti, familiari, personale e volontari nel reparto in cui vengono curate ogni anno 1.500 persone, provenienti sia dai 25 Comuni assistiti dall'Ulss 21 che da altri territori. Alla presenza del sindaco Clara Scapin, che è pure presidente dell'esecutivo ristretto dei primi cittadini della Bassa, Bonetti ha sottolineato l'intenso lavoro dell’unità evidenziando le possibili ripercussioni circa le disposizioni emesse nei mesi scorsi dalla Regione sulla preparazione dei farmaci antitumorali. In base ai nuovi indirizzi, infatti, la preparazione dei medicinali antiblastici verrà accentrata in futuro all'ospedale di San Bonifacio, privando così il presidio legnaghese di un'attività importante. «Dal momento che siamo destinati ad avere dal 2017 un'unica Ulss provinciale», ha evidenziato il primario, «la centralizzazione delle terapie sul cancro va analizzata attentamente sotto tutti gli aspetti, non considerando solamente quello economico». Per Bonetti, difatti, «preparare i farmaci altrove, oltre a portare a risparmi ridotti, potrebbe costringere i pazienti a compiere, rispetto ad oggi, più viaggi da casa all'ospedale per sottoporsi alle analisi e alle successive cure». Il direttore della struttura, dove lavorano sette medici, 12 infermieri e due segretarie, ha quindi osservato: «Il reparto di Legnago è l'unica unità operativa complessa della provincia classificata come tale per queste patologie, oltre a quella dell'Azienda ospedaliera di Verona. Per questo, sarebbe più logico, oltre che necessario, mantenere al Mater salutis la lavorazione dei medicinali e coinvolgere gli oncologi e gli stessi pazienti prima di prendere una decisione. Tutto ciò, per garantire l'elevata qualità delle cure offerte ai malati». Al «Mater salutis», ogni anno si investono 3,5 milioni di euro per i farmaci antiblastici. «Recentemente», ha annunciato Bonetti, «abbiamo sottoposto agli utenti un questionario, che sarà concluso a breve, sui servizi erogati dal reparto che, per la peculiarità delle malattie trattate, interagisce con diversi settori dell'ospedale». L'Oncologia legnaghese è tra i maggiori centri che, a livello regionale, si dedicano alla ricerca scientifica: attualmente sono 40 le sperimentazioni previste nel reparto. Sempre per migliorare i livelli di cura, sono state avviate e sono in via di conclusione le procedure per l'acquisizione della certificazione di qualità, da parte di «Eusoma», organizzazione europea che definisce gli standard d'eccellenza nelle terapie anti-tumorali del seno. Di fronte ai questi dati, il sindaco ha garantito l'appoggio del Comune «per mantenere inalterati i servizi riguardanti i malati di cancro e, più in generale, le prestazioni del Mater salutis». «Saremo a fianco di medici ed infermieri», ha promesso Scapin, «per garantire il diritto dei cittadini alla salute e per evitare tagli irrazionali come quelli paventati sulla preparazione dei farmaci antitumorali».

Fabio Tomelleri

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