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Il pittore con l’aratro conquista gli Usa

La land art dedicata da  Gambarin a Fidel Castro
La land art dedicata da Gambarin a Fidel Castro
La land art dedicata da  Gambarin a Fidel Castro
La land art dedicata da Gambarin a Fidel Castro

Castagnaro sbarca all’università della California. A far salire alla ribalta il piccolo paese della Bassa non poteva che essere Dario Gambarin, l’eclettico artista castagnarese di nascita e bolognese d’adozione, che da anni proprio sui terreni di famiglia, alle porte del capoluogo, realizza «land art», note ormai in tutto il mondo. Stasera, con una speciale videoconferenza via Skype, l’ex avvocato ora votato completamente all’arte si collegherà con la prestigiosa Ucla, l’University of California, a Los Angeles, che lo ha chiamato per illustrare ad oltre 200 studenti non solo le tecniche, ma anche lo spirito delle sue opere. Il collegamento si terrà, dalle 21 alle 22.30 (ora italiana), dal Dipartimento dell’Uceap, il progetto di interscambio che coinvolge allievi dell’Ateneo bolognese e dell’Ucla e che nel 1996 aveva visto l’allora borsista Gambarin, con tre lauree e due specializzazioni nel cassetto, approdare per un anno a Los Angeles come ricercatore universitario. «Questa videoconferenza, che secondo l’ora locale si terrà dalle 12 alle 13.30», spiega l’artista, «è stata voluta, per i 30 anni dell’Uceap, dall’Università della California, in collaborazione con quella di Bologna. Sarò in diretta con la Royce Hall, la più importante aula magna dell’Ucla, dove gli studenti potranno ascoltare la mia relazione e pormi domande. Parlerò in italiano e in inglese, visto che siamo nell’ambito di un interscambio, spiegando la mia arte e tutto ciò che ad essa si lega». «Il tutto», prosegue Gambarin, «sarà accompagnato da immagini delle mie performance e da filmati nei quali vengo ripreso mentre realizzo le opere sui campi di famiglia a Castagnaro. Un po’ quello che ho fatto in estrema sintesi con un video, interamente in lingua italiana, registrato nei giorni scorsi sempre al Dipartimento Uceap e subito inviato in California come promo all’iniziativa». Intanto, in attesa della lezione, l’Ucla ha provveduto ad inserire l’evento nel proprio sito Internet con tanto di locandina ideata per l’occasione. Ciò che ha destato particolare interesse nei docenti universitari americani, al di là del fatto che la land art trae le sue origini negli Usa alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso, è che Gambarin rappresenta l’unico land artist al mondo ad usare l’aratro e a dar vita ad un’opera al cento per cento ecologica che non cambia la struttura del paesaggio, inserendosi tra una raccolta ed una semina. «Il terreno viene usato per qualche giorno e poi può essere tranquillamente ricoltivato», precisa l’artista – Io però sono nato e resto pittore e le mie performance sulla terra, che durano uno o due giorni al massimo, derivano da questa esperienza pittorica». «La differenza», prosegue, «è che nelle land art, al posto del pennello, uso un aratro di 16 quintali, dotato di erpice rotante. L’opera viene tracciata a mano libera, cioè senza alcun segno preventivo sul terreno. L’unico lavoro preparatorio è uno schizzo su un foglio. Ma quando sono sul campo, lavoro solo con l’immaginazione. «A quel punto», conclude Gambarin, «la concentrazione è altissima. Entro quasi in una specie di trance artistica e nessuno deve disturbarmi. La land art esige immediatezza perché il sole la brucia in poco tempo. Inoltre, non ammette pausa e non lascia spazio ad errori. Una volta che hai arato il terreno, anche se poi lo ricopri, il segno rimane sotto». Non sono esclusi collegamenti, sempre via Skype, con altri campus dell’Università della California. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Elisabetta Papa

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