<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Il pioniere del «bio» che si è fatto da solo

Paolo Steccanella
Paolo Steccanella
Paolo Steccanella
Paolo Steccanella

Pioniere per vocazione, innovatore per scelta. Paolo Steccanella, sessantenne imprenditore di Porto di Legnago che ama essere chiamato agricoltore ma che sicuramente non è solo questo, non è certo uno che non sia pronto a cercare, spesso riuscendoci, di anticipare il futuro. Egli, infatti, è stato il primo del Basso veronese, e uno dei pochissimi del Veneto, a decidere di puntare tutto sull’agricoltura biologica. Una scelta che i suoi «colleghi» definivano folle - «mi trattavano come un visionario e dicevano a mio padre che avrei mangiato la campagna di famiglia», racconta sorridendo - ma che l’ha portato a guidare realtà cooperative che sono arrivate a fatturare decine di milioni di euro l’anno e ad aprire filiali sia in Italia che all’estero. Tutto questo prima di cambiare ancora orizzonte, con lo scopo di creare un’azienda agricola autosufficiente, in tutto e per tutto. La storia di quello che potremmo chiamare come «l’agricoltore del domani», nasce però, curiosamente, in una fabbrica di meccanica. «La mia famiglia aveva da sempre una piccola azienda agricola nella quale io ho sempre dato una mano», racconta. «Quando ho finito le medie ho deciso di studiare elettrotecnica e poi, una volta diplomato, ho trovato lavoro in un’azienda che realizzava grandi strutture in ferro». «Quest’occupazione mi ha portato addirittura a progettare palazzi, persino quelli fatti costruire da Saddam Hussein in Iraq e poi bombardati dagli americani, ma anche a imparare cose nuove, che poi mi sono state utili», aggiunge. Spiegando che nel 1981 è tornato a fare il coltivatore a tempo pieno («Tanto i fine settimana li passavo comunque nei campi») e che nel giro di poco ha capito che non voleva continuare ad usare i prodotti chimici. «Più leggevo quello che contenevano i trattamenti e più avevo paura per la mia salute, visto che a 15 anni ho avuto un linfoma, e per quella di chi avrebbe mangiato i miei prodotti», spiega. Così, dopo aver visto quello che facevano in Alto Adige e Olanda, ha deciso di cambiare rotta, arrivando in breve a produrre in maniera completamente biologica. «I primi anni andavamo avanti grazie anche agli indennizzi per la grandine, ma poi abbiamo cominciato ad esportare i nostri prodotti in Germania e Svizzera e questo ha reso l’attività sostenibile», rivela. Raccontando come a quei tempi portare avanti quel tipo di produzioni significava sperimentare da soli molte tecniche, visto che in Veneto quasi non c’erano riferimenti. Intanto, però, qualcun altro ha seguito il suo esempio e nel 1986 lui ed altri sette agricoltori hanno fondato a Campagnola di Zevio la cooperativa Primavera, una realtà che adesso ha 75 soci, due negozi, uno dei quali nell’azienda di Steccanella, fattura 6 milioni l’anno, e che sin dall’inizio ha fatto scuola in Italia. Poi, nel ’93, la cooperativa ha creato Brio spa, di cui Steccanella è stato presidente per 13 anni, che è nata per commercializzare i prodotti dei soci ed ora opera a livello europeo, con sedi in vari stati, partecipazioni in marchi importanti del mondo bio e fattura 70 milioni di euro l’anno. «Il biologico è l’unico settore agricolo che continua a registrare da anni crescite a due cifre e questo ci ha permesso di diventare sempre più forti e realizzare investimenti importanti», spiega Steccanella. Il quale, però, dal 2011 è tornato ad occuparsi esclusivamente della sua azienda. «Stiamo lavorando a sostenere al massimo la biodiversità, realizzando coltivazioni che vanno dagli ortaggi alla frutta, e ad essere autosufficienti, grazie all’energia solare per l’elettricità ed all’uso della nostra legna per far funzionare la caldaia del riscaldamento e con la prospettiva di utilizzare per l’irrigazione solo l’acqua piovana e di inserire degli animali per ricostruire il ciclo biologico», racconta. Egli, infatti, vuole usare il meno possibile le risorse del sottosuolo, adottando quella stessa forma di rispetto per l’ambiente che è la stessa, rivolta però alle bestie, per la quale mangia il meno possibile carne. Tutto questo avendo anche creato in azienda una piccola residenza di tipo agrituristico e portando avanti l’attività, oltre che con la moglie, alcuni avventizi, e parenti che gli danno una mano in base alle necessità, anche con quattro persone a cui da lavoro in forza di un progetto di occupazione per portatori di handicap psicologici. Un segno, anche questo, di quanto Paolo Steccanella sia di certo un agricoltore che non è solo un agricoltore. •

Luca Fiorin

Suggerimenti