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Il consorzio Leb
senza il direttore
per risparmiare

Il canale Leb, gestito dall’omonimo consorzio
Il canale Leb, gestito dall’omonimo consorzio
Il canale Leb, gestito dall’omonimo consorzio
Il canale Leb, gestito dall’omonimo consorzio

Magari non è dovuta a quella spending-review, che, almeno a parole, da qualche anno è un obiettivo gestionale per gli enti pubblici. Magari si tratta solo dell’effetto di un’analisi fra costi e benefici legati all’attività dei dirigenti. Fatto sta che il consorzio di bonifica Lessineo-Euganeo-Berico (Leb), una delle realtà con le quali si trovano, seppur indirettamente, a dover fare i conti i cittadini del Basso Veronese e delle aree confinanti del Padovano, del Vicentino e del Rodigino, ha deciso di tagliare, consensualmente, uno stipendio che gravava per quasi per il 15 per cento sul suo bilancio annuale.

Il consiglio di amministrazione dell’ente che gestisce l’omonimo canale artificiale – il quale, prendendo acqua dall’Adige a Belfiore e trasportandola sino al Padovano, garantisce l’approvvigionamento idrico per irrigare i campi di buona parte del Veneto meridionale - ha approvato la rinuncia del proprio direttore generale che guadagnava circa 140mila euro lordi all’anno. Il Leb attualmente conta su altri cinque dipendenti, tre negli uffici e due sul territorio, ed ha un bilancio il cui valore si aggira sul milione e 200mila euro l’anno.

«La decisione», spiega il presidente Luciano Zampicinini, «non è dovuta solo all’opportunità di risparmiare, ma anche ad un processo di riorganizzazione dell’ente, volta a garantire un miglioramento gestionale condiviso da tutti i membri del consiglio di amministrazione». Lo stesso Zampicinini ci tiene a sottolineare che l’addio a Stefano Righetti - che da 18 anni dirigeva il Leb, prima come segretario, poi come direttore - non è stata la conseguenza di un’azione rivolta contro la persona, bensì il frutto di un’iniziativa che ha l’obiettivo di garantire maggiore efficienza al consorzio. «Adesso», spiega il presidente, «attueremo un piano di riorganizzazione interna per rendere maggiormente dinamica l’attività».

Per questo motivo, è prevista una rivisitazione dell’organico che da subito porterà all’assunzione, a tempo indeterminato, di un geometra e, con un contratto valido fino a fine anno, di un’addetta alla catalogazione degli atti. «L’obiettivo», continua il presidente, «è quello di arrivare ad ampliare in forma definitiva la pianta organica, i cui dipendenti attuali costano in tutto 230mila euro». «Grazie all’inserimento di due nuovi dipendenti, sarà possibile attuare un’azione ancora più efficacie, con un’aggiunta di costi molto contenuta», spiega Zampicinini. Secondo quanto egli rivela, infatti, l’incremento del personale comporterà una spesa di circa 50mila euro l’anno. Da subito, comunque, al posto del direttore opereranno tre funzionari dei consorzi di base che formano il Leb. La parte amministrativa sarà in carico a Paolo Ambroso, funzionario del consorzio Alta Pianura Veneta che avrà anche la responsabilità di direttore. Quella tecnica sarà seguita da Giuseppe Gasparetto Stori, del consorzio Euganeo. Quella finanziaria da Francesco Veronese ed Elisabetta Zaramella del Bacchiglione. «Tutte queste figure», spiega Zampicinini, «hanno accettato incarichi di consulenza che sono praticamente a costo zero, visto che l’unico onere a nostro carico è quello delle spese di trasferta, che dobbiamo rimborsare alle realtà di cui sono dipendenti e che ammontano, al massimo ed in totale, a 20mila euro l’anno».

A fare i conti della serva, insomma, il taglio del direttore si dovrebbe tradurre da subito in un attivo pari al 50 per cento del suo stipendio e, quindi, a quasi il 6 per cento del bilancio annuale del consorzio le cui entrate derivano solo da contributi degli enti che ne fanno parte e di altre realtà pubbliche o consortili. Non è stato possibile contattare il direttore Righetti.

Luca Fiorin

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