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Il caso

I boxer ad Adamo
non bastano
Tolta la statua

Lo scultore Faben mentre l’altro ieri mette i boxer alla statua
Lo scultore Faben mentre l’altro ieri mette i boxer alla statua
Lo scultore Faben mentre l’altro ieri mette i boxer alla statua
Lo scultore Faben mentre l’altro ieri mette i boxer alla statua

La discussa scultura di un Adamo, prima nudo e poi vestito con un paio di boxer neri, esposto di fronte al sagrato della chiesa di San Biagio, non c’è più. Nella tarda mattinata di ieri l’artista Matteo Faben, che l’ha realizzata, l’ha rimossa.

«Casaleone non è un paese bigotto ma il mio compito è quello di tenere unita la comunità, per questo ho chiesto nuovamente a Matteo di rimuovere la scultura dal sagrato», spiega così don Andrea Anselmi, il parroco, la «sparizione» della statua che è dovuta, insomma, alle reazioni che ha suscitato in paese quell’Adamo nudo e inginocchiato di fronte alla chiesa. Al primo invito del sacerdote di portare via l’Adamo, Faben aveva replicato con una provocazione: aveva messo le mutande alla statua. Nemmeno a dirlo, il gesto ha infuocato ancor di più gli animi. «Non mi ritengo un prete oscurantista o bigotto», dice don Anselmi, «la chiesa stessa crede nella bellezza del corpo e della sessualità, temi che non vanno demonizzati ma anzi divinizzati. A cuor leggero e con spirito d’accoglienza concesi il mio benestare alla collocazione della scultura sul sagrato, ma il buonsenso mi impone di chiederne la rimozione: il bene della comunità è più grande di quello personale». Il prete sottolinea come la richiesta di rimozione non sia un attacco all’artista. «Stimo Matteo. Nella chiesa di San Biagio è ospitata una sua statua di una Madonna e gli ho anche commissionato la realizzazione di un’altra opera. Non ce l’ho con lui ma si tratta di rispettare la sensibilità altrui».

Dopotutto, l’opera di Faben ha una natura prettamente cristiana come il diretto interessato aveva chiarito nei giorni scorsi affermando che l’opera «ritrae Adamo, il primo uomo creato da Dio, che risponde alla chiamata del Signore e si mostra così com’è, a sua immagine e somiglianza». Spiegazione che purtroppo non è bastata. Sul gruppo Facebook «Sei di Casaleone se…», il paese si è spaccato in due: da un lato chi difende la bontà della scultura ritenendo che non ci sia nulla di male se sta davanti alla chiesa, dall’altro chi invece non la voleva vedere.

L’altra sera, la statua ha ispirato altre goliardie: qualcuno gli ha messo un capello in testa e visto che pioveva, anche l’ombrello al braccio. Ieri mattina, invece, la scultura era di nuovo spoglia. E, dopo un confronto pacato tra il sacerdote e l’artista, quest’ultimo è sceso a patti con il parroco e ha deciso di far marcia indietro, rispetto al suo primo «no», ed ha portato via la scultura.

«Il luogo giusto dove andrebbe esposta», afferma don Anselmi, «è un museo dove sicuramente potrebbe essere spiegata in modo appropriato». «È vero che in tv spesso passano cose ben peggiori», conclude il prete, «ma qui il problema non è la scultura che è bellissima, ma la collocazione che purtroppo si è rivelata non idonea».

Francesco Scuderi

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