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«Ho cercato mio nonno
morto cento anni fa»

Maria e Umberto Lunardi, quando era soldato: è morto esattamente 100 anni fa
Maria e Umberto Lunardi, quando era soldato: è morto esattamente 100 anni fa
Maria e Umberto Lunardi, quando era soldato: è morto esattamente 100 anni fa
Maria e Umberto Lunardi, quando era soldato: è morto esattamente 100 anni fa

Un omaggio a nonno Umberto nel centenario della morte, avvenuta nell’agosto del 1917 nella carneficina della Grande Guerra. Luigino Lunardi, ex sindaco del paese e appassionato di storia locale, ha recentemente pubblicato sia sulla rivista Mainarda che sull’ultimo numero dei Quaderni di Coalonga, una personale ricerca sulle circostanze che hanno portato alla prematura scomparsa di suo nonno bersagliere, colpito da una pallottola austriaca il 19 agosto 1917, alle 9.45, durante l’assalto di quella che è conosciuta come l’undicesima Battaglia dell’Isonzo. Allora Umberto Lunardi aveva solo 25 anni, era sposato e padre di un figlio di appena 18 mesi. Sua moglie portava inoltre in grembo il suo secondo figlio, che egli non vide mai. «Sono passati cento anni e il desiderio di visitare il luogo dove il nonno cadde, di fronte alla trincea austriaca, mi ha sempre accompagnato», racconta Luigino. «Ogni qualvolta chiedevo a mio padre Giovanni notizie sulla sua infanzia e in particolare sul nonno e la nonna Maria (morta a 37 anni di epilessia): lui si chiudeva in un doloroso silenzio e i suoi occhi si riempivano di lacrime». Dopo aver studiato i particolari degli assalti dell’esercito italiano al confine fra Friuli e Slovenia - che sfociarono nella disfatta di Caporetto, - munito di carte geografiche e di copia del foglio matricolare del nonno, l’anno scorso Luigino Lunardi è stato sull’Altopiano della Bainsizza. Ha visitato l’ossario di Oslavia e i musei di guerra di Gorizia e di Caporetto, poi è giunto nel paesino di Avce, dove esisteva fino a metà degli anni ’20 un cimitero militare e dove con tutta probabilità fu sepolto Umberto che però non venne identificato a causa del mancato ritrovamento della piastrina di riconoscimento. La salma venne riesumata e posta, assieme ad altre 60 mila, nell’ossario di Oslavia.

Sulle due pubblicazioni l’ex sindaco racconta le scarse notizie che ha del suo antenato. Umberto è nato a Santo Stefano di Zimella il 25 gennaio 1892, figlio di Antonio e Lucia Zanuso, secondo di otto figli. Frequentò pochi anni di scuola e poi lavorò nei campi con i fratelli Augusto, Silvio, Domenico, Riccardo e Anselmo. Allo scoppio della guerra, fu richiamato e assegnato al 4° Reggimento Bersaglieri. Giunto al fronte l’11 marzo 1916, partecipò alle campagne di guerra del 1916 e 1917. Nel 1917, peraltro, si trovavano sotto le armi cinque dei sei fratelli. L’unico rimasto a casa fu Anselmo, minorenne. Il bisnonno Antonio chiese inutilmente alle autorità militari la dispensa per qualcuno dei figli, visto che non aveva più alcun aiuto nei campi.

Di nonno Umberto, oltre ad un paio di foto, a Luigino Lunardi rimane solo una lettera scritta di suo pugno da Pordenone ed indirizzata al segretario comunale di Zimella, Isidoro Gottin, il 12 luglio 1916. Sua moglie Maria andò a trovarlo in caserma e si lamentò di non aver ancora ricevuto il compenso dovuto ai familiari dei soldati al fronte. Lui scrisse affinché il segretario le facesse avere il sostentamento economico per sé e per il figlio. Non si sa se il segretario l’abbia poi esaudito. Certo è che la guerra ha sconvolto profondamente l’intera famiglia e ha segnato a livello psicologico i discendenti di quei giovani, e in molti casi sprovveduti, soldati-contadini.P.B.

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