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«Hanno preso un coltello
e ho temuto il peggio»

L’auto dei carabinieri
L’auto dei carabinieri
L’auto dei carabinieri
L’auto dei carabinieri

«Sono stati istanti terribili da non augurare a nessuno anche perché ad un certo punto ho temuto che quei due uomini mascherati mi accoltellassero. Alla mia età ne ho viste di tutte i colori ma non mi sarei mai immaginato di vivere questa brutta esperienza». Dopo una notte agitata trascorsa a casa dalla figlia Maria Teresa, ieri Luigino Bertolotto è ritornato nella sua abitazione da cui non si vuole separare. E dove cerca di superare un fattaccio difficile però da dimenticare anche per un uomo con la sua verve e il suo carattere forte. «Da qui non mi muovo, in queste stanze c’è il mio mondo, ci sono i miei ricordi più cari, non la dò vinta a quei farabutti», confida l’88enne con voce squillante. Poi trapela, inevitabile, l’emozione nel ripercorrere una notte da brividi che poteva sfociare nel dramma: «Stavo guardando la tv, sono uscito un attimo in corte, ho sentito dei rumori e credevo fosse mio nipote Riccardo. L’ho chiamato ed invece mi sono saltati addosso due uomini incappucciati, spuntavano solo gli occhi. Quando mi hanno ordinato di accompagnarli in casa, d’istinto ho cercato di reagire e così mi hanno strattonato, preso a sberle e colpito con un pezzo di legno sulla pancia». «Una volta dentro», prosegue nell’agghiacciante racconto l’ex agricoltore, «mi hanno spintonato a terra e ho iniziato a stare male. Quindi li ho supplicati e mi hanno fatto sedere su una poltrona dandomi persino un bicchiere d’acqua perché mi riprendessi. Nel frattempo, pretendevano che consegnassi loro soldi e oro. Ho detto di cercare pure ed hanno iniziato a rovistare ovunque». Ma il peggio per il pensionato non era ancora passato. «Ad un certo punto», riferisce, «uno dei due è uscito dalla cucina con un grosso coltello e mi sono spaventato a morte pensando che volesse colpirmi. Grazie a Dio non è successo nulla». Infine, prima di far perdere le loro tracce nella notte, i due rapinatori, dopo il danno, hanno servito all’anziano pure la beffa. «Mi hanno dato la mano e fatto gli auguri, sembravano due agnelli, delle persone diverse dalle bestie che poco prima mi avevano assalito», conclude Bertolotto. STE.NI.

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