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«Giulia, dammi la forza di vivere»

La piccola bara bianca sull’altare della parrocchiale di Veronella dove centinaia di persone hanno dato l’addio a Giulia  FOTOSERVIZIO DIENNE
La piccola bara bianca sull’altare della parrocchiale di Veronella dove centinaia di persone hanno dato l’addio a Giulia FOTOSERVIZIO DIENNE
La piccola bara bianca sull’altare della parrocchiale di Veronella dove centinaia di persone hanno dato l’addio a Giulia  FOTOSERVIZIO DIENNE
La piccola bara bianca sull’altare della parrocchiale di Veronella dove centinaia di persone hanno dato l’addio a Giulia FOTOSERVIZIO DIENNE

Paola Bosaro Volano in cielo i palloncini bianchi e rossi a forma di cuore, a raggiungere un arcobaleno di nome Giulia. È terminato così a Veronella, con un forte applauso, il volo dei palloncini, il suono dei clacson delle Fiat 500 e i bambini con una rosa rossa in mano il funerale di Giulia Nicoli, la bambina di 6 anni, affetta fin dalla nascita da una grave cardiopatia congenita, morta giovedì scorso a pochi giorni da un complesso intervento chirurgico. I GENITORI della piccola, Elisa ed Alessandro, sono stati stretti per tutta la durata del rito religioso in un simbolico caloroso abbraccio da tutta la comunità di Veronella, dai colleghi di lavoro, da amici e parenti vicini e lontani e dai bambini della scuola materna Bambino Gesù, frequentata da Giulia. Non sono voluti mancare alle esequie nemmeno i sindaci di Veronella, Michele Garzon, e di Zimella, Alessia Segantini. La chiesa era gremita all’inverosimile, tanto che alcune persone swi sono dovute fermare sul sagrato per ascoltare la celebrazione dall’altoparlante. Era presente anche un gruppo di dottori-pagliaccio dell’Associazione Ops clown. I volontari, che avevano cercato di rallegrare le lunghe giornate in ospedale di Giulia, hanno disteso un grande telo variopinto sui gradini dell’altare e vi hanno deposto le sculture di palloncini tanto amate dai bimbi. Sul lato destro, un grande cartellone ha accolto il collage delle foto più significative della breve vita di Giulia, ripresa nei suoi momenti di gioia, nei giochi con gli amici, nelle recite a scuola, nelle gite con mamma e papà. Come avevano preannunciato i genitori, sul santino con la foto della loro bimba è stata riportata una frase significativa della canzone Lo sapevi prima tu di Laura Pausini. Il brano ha accolto la piccola bara bianca all’ingresso in chiesa ed è stato citato pure dal parroco don Pietro Marchetto durante l’omelia. Fin dall’inizio della messa don Pietro ha ricordato che non si stava celebrando un rito di morte, bensì una liturgia di resurrezione. «Negli incontri di preghiera che abbiamo proposto sono venute molte persone, segno che questa bambina ha smosso diverse coscienze», ha detto don Pietro. Commentando il vangelo che riporta la resurrezione di Lazzaro, il parroco ha ripetuto le parole di Gesù: «Vieni fuori». «Lasciamo andare ora Giulia, d’altro canto, come si fa a tenerla ferma?», si è chiesto. «Non ci siamo riusciti neppure finché era qui con noi. Oggi c’è nell’aria qualcosa che fiorisce: Giulia ha cantato e ballato la sua musica con fantasia ed entusiasmo e può essere d’aiuto a chi la invoca nel momento del bisogno». LE ESEQUIE dell’angioletto «dal cuore matto», come soleva dire la piccola, sono state concelebrate pure da don Enrico Bortolaso, ex parroco di Veronella. È stato lui, negli ultimi mesi di gravidanza, quando mamma Elisa aveva fatto la scelta non facile di dare alla luce Giulia, ad accogliere le sue preoccupazioni e ad accompagnarla. «Ricordo i primi interventi chirurgici, la lunga degenza in ospedale, le preghiere, la sofferenza e la speranza», ha confidato don Enrico. «Ho conosciuto una mamma con una forza d’animo grandissima, e una figlia piena di entusiasmo, straordinaria. Fin dal primo battito di cuore Giulia ci ha chiamati a sé, noi ora chiamiamo lei per aiutare tutte le famiglie che si trovano a vivere momenti di sconforto e dolore a causa della malattia». Molte persone, al termine della messa, hanno voluto leggere un messaggio per ricordare Giulia e per dimostrare la propria vicinanza ad Elisa e ad Alessandro. Anche mamma Elisa, sostenuta dal marito e dai dottori-clown, ha letto una struggente lettera rivolta alla sua bambina. Ha chiesto scusa Elisa, per non averle potuto far frequentare i corsi di nuoto, oppure giocare sui gonfiabili e per averle fatto saltare tanti giorni di scuola. Ha chiesto scusa per qualche rimbrotto, «perché avevi un bel caratterino, eh», ma ha ringraziato Giulia per quanto le ha dato, per «quei sorrisi fatti pure dopo un doloroso prelievo, quando alle infermiere dicevi grazie». «Sei volata in cielo perché eri stanca di soffrire, dammi la forza di continuare a vivere», ha concluso tra le lacrime. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paola Bosaro

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