<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Frutteti piegati come fuscelli Il vento abbatte anche i vigneti

Frutteti divelti dalle radici, malgrado le reti di protezione DIENNE FOTOGli effetti della grandinata sulla frutta orami pronta
Frutteti divelti dalle radici, malgrado le reti di protezione DIENNE FOTOGli effetti della grandinata sulla frutta orami pronta
Frutteti divelti dalle radici, malgrado le reti di protezione DIENNE FOTOGli effetti della grandinata sulla frutta orami pronta
Frutteti divelti dalle radici, malgrado le reti di protezione DIENNE FOTOGli effetti della grandinata sulla frutta orami pronta

Elisabetta Papa «Ci sono voluti mesi di lavoro, migliaia di euro investiti e ora ci ritroviamo praticamente senza nulla». È un grido disperato misto alle lacrime amare della moglie Monica, quello lanciato da Nicola Munarin, giovane imprenditore agricolo di Begosso di Terrazzo: l’altra notte, verso le quattro, si è ritrovato, come molti altri agricoltori, in una specie di finimondo e a sole due settimane dalla grandinata del 28 giugno. Una violenta tromba d’aria, con grandine, si è abbattuta sulla terra della mela, tra il capoluogo, Begosso e Nichesola che, in una ventina di minuti, ha distrutto interi filari di meli e peri, schiantati al suolo come fossero di carta, accanto a campi di mais e coltivazioni di kiwi. Nella zona verso Merlara, danni ingenti anche alle vigne, «e non solo per la forza del vento», dice Luigino De Togni, presidente Coldiretti Terrazzo, «ma anche per la grandine: non grande ma è amplificata dal vento. Gli acini appaiono in gran parte rovinati. Ci sono poi danni strutturali agli impianti dei frutteti, molti dei quali anche recenti. Impossibile ora ammortizzare i costi». In molte aziende, perfino i robusti pali di cemento e i tiranti in ferro delle protezioni antigrandine si sono spezzati in due come bastoncini, mentre moltissime piante sono state sradicate e giacciono al suolo in una devastazione che avrà ripercussioni economiche pesantissime. «Ci sarà un mancato reddito per almeno tre, quattro anni», precisa De Togni. «Intanto, che risposte avranno gli agricoltori? Non ci sono soldi e stiamo ancora aspettando gli aiuti per danni del 2014». «Quando ho sentito il vento così forte», interviene l’imprenditore Munarin, «mi sono precipitato fuori ma, nonostante la mia corporatura, sono rientrato perché mi sono sentito trascinare a terra. Un rimorchio di un vicino è stato sbalzato di venti metri. Chi ci rifonderà?». Proseguendo tra meli e peri, da altri agricoltori, stessa situazione. «Siamo disperati», dice Federico Guarise, che è anche consigliere comunale, «ettari su ettari di impianti ridotti ad un ammasso di piante sradicate, di reti antigrandine stracciate e frutta da buttare». Intanto il Comune, tramite l’assessore Sabrina Chinaglia, anche lei imprenditrice agricola danneggiata, ha inoltrato una segnalazione «per danni strutturali sull’ intero territorio» all’Avepa (Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura) e alla Prefettura. La furia del vento, che non ha provocato vittime o danni gravi alle case, non ha risparmiato via Torrano, verso Nichesola, dove un pioppeto è finito quasi del tutto raso al suolo e un traliccio dell’ Enel è piombato a terra lasciando senza corrente fino a ieri mattina alcune famiglie. Danni più limitati, sempre ai frutteti, anche a Castagnaro e a Carpi di Villa Bartolomea dove hanno avuto la peggio soprattutto ricoveri di attrezzi. «La grandine ha colpito San Zeno in Valle», precisa Michele Rodin, consigliere Coldiretti Verona. A Carpi, la furia del vento ha danneggiato il semaforo di via Don Quirino Maestrello e piegato cartelli stradali, così come sul ponte Romano-Posa. A Villa, davanti al cimitero, sono stati completamente sradicati due vecchi cipressi. •

Elisabetta Papa

Suggerimenti