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COLOGNA

«Felipe, facciamo il tifo per te» Il ct della Seleção parla veneto

Gli avi dell'allenatore verdeoro emigrarono alla fine dell'Ottocento A tifare Italia c'è anche suor Anna ex direttrice dell'asilo di Baldaria
Mario e Maria Scolari con la bandiera del Brasile DIENNEFOTO
Mario e Maria Scolari con la bandiera del Brasile DIENNEFOTO
Mario e Maria Scolari con la bandiera del Brasile DIENNEFOTO
Mario e Maria Scolari con la bandiera del Brasile DIENNEFOTO

C'è un po' di Cologna in questo mondiale di calcio brasiliano, che l'altra sera ha visto l'esordio vincente - anche se con un bell'aiutino - della nazionale verdeoro contro la Croazia. Il più colognese di tutti è proprio il ct della Seleção, Luis Felipe Scolari, italo-brasiliano, discendente di una famiglia di contadini che nel 1891 emigrò dalla località Sant'Apollonia allo stato del Rio Grande do Sul, dove giunsero centinaia di migliaia di italiani e moltissimi veneti tra l'Ottocento e il Novecento.
Fu la bisnonna colognese Luigia Bellini Scolari a varcare l'oceano in cerca di fortuna con i suoi sei figli. Il più piccolino, Luigi, era il nonno di Luis Felipe e lavorava nella grande fattoria «Granja» Scolari. Nonno Luigi parlava solo in dialetto veneto misto a qualche vocabolo di portoghese. Insegnò la lingua dei suoi avi al nipotino, che ancora oggi, quando viene intervistato da qualche testa italiana, cita molti termini dialettali della Bassa. Nel novembre del 2002, fresco vincitore della Coppa del mondo con il Brasile, l'allenatore Scolari venne a Cologna a trovare per la prima volta i suoi parenti. Fu accolto con tutti gli onori dal sindaco di allora Damiano Vedovato e potè abbracciare i cugini Mario ed Amelia Scolari. L'82enne Mario vive ancora con la moglie Maria Baraldo a Sant'Apollonia, dove gli Scolari risiedono da oltre 400 anni. Non ha più avuto modo di parlare con il cugino famoso, anche se ci ha provato sei anni fa, quando il ct Felipe allenava il Portogallo.
«Mi avevano fornito un numero di cellulare, assicurandomi che era il suo telefono personale, tuttavia non ha mai risposto alle mie chiamate», confida Mario Scolari. «Avrei voluto rivederlo, perché ci aveva promesso che sarebbe tornato a farci visita a Cologna con la sua consorte, anch'essa di origine italiana, invece non è più passato», sospira. Tiene ancora incorniciata la foto con il cugino Luis Felipe e si rammarica di aver perso un libro con la genealogia della famiglia che il ct italo-brasiliano gli aveva donato. Giovedì sera Mario Scolari ha seguito con passione il match d'esordio del Brasile. «Il mio cuore è diviso a metà», riferisce, «sostengo gli Azzurri, ma sarei felice se il Brasile riuscisse a vincere il suo sesto mondiale, anche se ritengo che non sarà un'impresa facile».
L'altro pezzetto verdeoro di Cologna è suor Anna Peroni, delle suore Orsoline di Breganze, che vive ed opera da sei anni nella missione di Volta Redonda, a un centinaio di chilometri da Rio de Janeiro. La religiosa è stata per oltre un decennio coordinatrice della scuola materna «Giardino della pace» di Baldaria. Oggi opera nella missione «Curumin» dove aiuta giovani donne con bambini. Tutti a Baldaria la ricordano con affetto e le inviano denaro e offerte per i piccoli brasiliani. Domenica scorsa suor Anna era nel piccolo stadio Raulino de Oliveira a tifare Italia, con tanto di maglietta con il tricolore. La nostra nazionale, infatti, ha giocato e vinto per 5 a 3, la sua ultima amichevole, prima del debutto con l'Inghilterra, proprio contro una squadra di Rio, la Fluminense. Non appena l'ex direttrice ha postato su Facebook la sua foto sorridente dopo la partita con la bandiera in mano, sono stati molti i colognesi che hanno commentato felici l'avvenimento.

Paola Bosaro

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