<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Fa ciao a Donald Trump
ritraendolo con l’aratro

L’opera di land art realizzata  da Gambarin sui campi di casa
L’opera di land art realizzata da Gambarin sui campi di casa
L’opera di land art realizzata  da Gambarin sui campi di casa
L’opera di land art realizzata da Gambarin sui campi di casa

Dopo Hillary Clinton, sui campi di Castagnaro arriva ora Donald Trump. Ad un mese e mezzo di distanza dal grande ritratto dedicato alla candidata democratici alle presidenziali degli Stati Uniti, l'artista Dario Gambarin, castagnarese d'origine e bolognese d'adozione, ha deciso di omaggiare anche il suo rivale repubblicano. Una sorta di par condicio artistica che l’autore, noto in tutto il mondo per le sue land art, ha realizzato ancora una volta su uno dei terreni di famiglia alle porte del paese. «Armato» del consueto trattore con aratro ed erpice rotante ha così raggiunto un campo di mais trebbiato, della superficie di 25mila quadrati dove, rigorosamente «a mano libera» - senza cioè aver tracciato prima alcun segno o punto di riferimento - ha dato vita, in sette ore di lavoro, ad un enorme volto di Trump affiancato dalla scritta «Ciao».

Il candidato repubblicano appare serio ed elegante, vestito in giacca e cravatta, e con la sua caratteristica folta capigliatura. Gli occhi cerulei sono stati invece ricavati con dei teli di nylon inseriti a mo’ di iride. «Dopo la land art sulla Clinton», rivela Gambarin, «ho ritenuto giusto fare un omaggio simile a Trump. Le presidenziali degli Stati Uniti tengono banco ogni giorno su tutti i media e, bene o male, interessano il mondo intero. Come ho già rivelato altre volte, preferisco da sempre i Democratici, ma questo non mi ha impedito di occuparmi anche di Trump: un uomo ambizioso e anche un po' megalomane, che da qualche giorno appare piuttosto in difficoltà. Gli ultimi sondaggi, soprattutto dopo i faccia a faccia televisivi, danno la sua rivale Clinton in vantaggio. Ma tutto può ancora succedere».

Il grande ritratto creato da Gambarin appare però, in tutta evidenza, decisamente ironico. Così come lo è la scritta «Ciao» che lo accompagna e che dà il titolo all’opera. «Il termine ciao», prosegue l’artista, ormai noto a livello internazionale, «deriva dal veneziano s'ciao, a sua volta collegato a sclavus, cioè schiavo. È un saluto che in questo caso ho usato con ironia, alludendo soprattutto ad un eventuale arrivederci visto che le speranze che Trump possa essere eletto presidente si sono ormai ridotte».

Elisabetta Papa

Suggerimenti