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Esposto a Negrini
«Debiti col Comune
è incompatibile»

Il sindaco Stefano Negrini durante il Consiglio comunale d’insediamento DIENNE FOTO
Il sindaco Stefano Negrini durante il Consiglio comunale d’insediamento DIENNE FOTO
Il sindaco Stefano Negrini durante il Consiglio comunale d’insediamento DIENNE FOTO
Il sindaco Stefano Negrini durante il Consiglio comunale d’insediamento DIENNE FOTO

Un esposto-denuncia prima ancora di iniziare a fare il sindaco. Questo il «dono» che le minoranze hanno portato alla nascita della nuova amministrazione, con a capo, dopo nove anni di assenza, di Stefano Negrini. «Il sindaco di Gazzo Stefano Negrini è incompatibile con la carica che ricopre». La dichiarazione choc è stata fatta venerdì sera dal consigliere di minoranza Nereo Parolin, all’esordio dei nuovi eletti in Consiglio usciti dalle elezioni dell’11 giugno.

Al momento di convalidare gli eletti, Parolin ha chiesto la parola ed ha letto un esposto-denuncia, a nome del gruppo che rappresenta, annunciandone l’invio alla Prefettura. «Il 30 aprile 2015, la Corte dei Conti», ha spiegato l’esponente dell’opposizione, «ha chiesto al segretario comunale di porre in mora alcuni soggetti condannati dal tribunale di Verona. Tra questi figura Stefano Negrini, per una somma complessiva di 180 mila euro. È stato puntualmente contestato agli interessati l’esistenza di tale richiesta della Procura e l’esistenza della vertenza ed è stato chiesto il pagamento delle somme dovute a favore del Comune con l’invio della comunicazione alla Corte dei Conti di Venezia».

Secondo l’opposizione, quindi, Negrini sarebbe incompatibile con la carica di sindaco perché ha una lite pendente a seguito di una sentenza di condanna. Il sindaco infatti, nel 2011, è stato condannato a due anni per abuso d’ufficio, riferito ad irregolarità in materia edilizia commesse quando era primo cittadino del paese dal 2005 al 28 gennaio 2008, quando fu arrestato assieme ad altri amministratori comunali del tempo e al segretario comunale. «La sentenza», ha proseguito Parolin, «è passata in giudicato e Negrini è stato messo in mora; quindi rientra nel caso di incompatibilità, salvo rimuoverla, e non può ricoprire la carica di sindaco né può sottoscrivere dichiarazione di insussistenza di cause di incompatibilità poiché si tratterebbe di dichiarazione non corrispondente al vero e si presenterebbe il pericolo che la sua attività possa essere orientata piuttosto al suo interesse che a quello dell’ente».

Parole pesanti come macigni, quelle lette da Parolin, che hanno gelato tutti i presenti e lo stesso sindaco. Dopo aver letto pubblicamente l’esposto, i consiglieri di minoranza Nereo Parolin, Ugo Vecchini, Vanni Stoppato e Valentina Vaccari, hanno abbandonato l’aula prima del giuramento del primo cittadino. «Prendo atto di quanto letto dalla minoranza», ha dichiarato Negrini davanti ad un pubblico ammutolito, «nulla è cambiato rispetto al passato. La messa in mora non significa avere un contenzioso con il Comune e questa vicenda deve ancora essere chiarita. Preciso che non andrò in contenzioso con l’ente: se verrà stabilito che debba pagare, mi adeguerò».

Il primo cittadino ha quindi prestato giuramento alla Costituzione tra gli applausi dei presenti salvo poi voler ritornare sullo scottante argomento sollevato dall’opposizione. «Vorrei che con queste elezioni si sia cambiato marcia, in questo paese, e auspico che la lista di minoranza prenda decisioni diverse da questa sera. Gli esposti sono sacrosanti, ma nel caso non dovessero andare a buon fine, mi tutelerò personalmente e non accetterò che la mia comunità sia tacciata di azioni negative sulla stampa. Voglio ricordare che gli errori del passato devono essere esperienze per un futuro positivo. D’ora in poi comunque non starò zitto di fronte alle accuse che mi verranno formulate».

Il segretario comunale Paolo Abram ha informato i consiglieri comunali che provvederà a inviare tutta la documentazione fornita dalla minoranza alla Prefettura che dovrà quindi esprimersi in tempi rapidi per l’eventuale incompatibilità del sindaco di Gazzo.

Riccardo Mirandola

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