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Esplode «bomba carta»
Raid contro i profughi

La casa che ospita i rifugiati africani ad Aselogna DIENNEFOTO
La casa che ospita i rifugiati africani ad Aselogna DIENNEFOTO
La casa che ospita i rifugiati africani ad Aselogna DIENNEFOTO
La casa che ospita i rifugiati africani ad Aselogna DIENNEFOTO

Gesto intimidatorio nei confronti dei profughi ospitati nella frazione di Aselogna. Nella tarda serata di venerdì, un grosso petardo, pare contenente attorno ai due etti di polvere pirica, è esploso di fronte al cancello dell’abitazione dove vivono una ventina di richiedenti asilo. Si tratta, con tutta probabilità, di un «cipollotto», una sorta di bomba carta che, deflagrando, ha danneggiato parzialmente la cassetta della posta e un cartellone affisso alla recinzione. Lasciando sull’asfalto, oltre a svariati pezzettini di carta simili a coriandoli, dei segni neri.

L’episodio è accaduto attorno alle 23.45, quando i profughi erano all’interno della casa e i balconi era già tutti chiusi. «Ad un tratto abbiamo udito un boato fortissimo», racconta Mirjan Jani, dipendente dell’associazione Betania onlus di Zevio che vive con i rifugiati. «Fortunatamente eravamo tutti dentro», prosegue l’uomo che è responsabile del centro d’accoglienza straordinaria (Cas) della frazione di Cerea, «dalla finestra della mia stanza ho visto tantissimo fumo e in lontananza una persona che scappava a piedi». Una volta uscito, Jani ha constatato che erano presenti solo lievi danni ed ha immediatamente avvisato le forze dell’ordine. Il primo ad arrivare sul posto è stato il maresciallo Sabatino Ramolo, comandante della locale stazione dei carabinieri, raggiunto poco dopo da una pattuglia della caserma di Gazzo. Gli uomini dell’Arma hanno raccolto reperti dell’ordigno artigianale che ora saranno sottoposti ad analisi di laboratorio per individuarne la provenienza. «Ai militari», riferisce ancora il responsabile del Cas di Aselogna, «abbiamo spiegato che non riusciamo a capire il perché di un simile gesto. I ragazzi presenti nella struttura non hanno mai dato nessun tipo di problema ai residenti, si tratta di giovani africani di circa 20 anni, che tutti i giorni, mercoledì escluso, vanno a scuola a Legnago e che stanno cercando d’integrarsi al meglio con la comunità».

Ieri mattina, Jani ha prima spiegato ai profughi quello che era accaduto durante la notte e poi si è recato nella stazione dell’Arma di Cerea per sporgere denuncia contro ignoti. «Le forze dell’ordine», afferma il responsabile, «hanno avvisato la Prefettura di Verona di quanto accaduto e anche la Digos. Ora, sono in corso le indagini che speriamo portino a capire chi è l’autore di questa azione insensata».

Sulla questione prende posizione anche Progetto nazionale Cerea, l’associazione che la scorsa estate ha promosso una manifestazione contro i profughi di Aselogna regalando fette d’anguria e gelati ai residenti della frazione per convincerli ad uscire di casa e a non aver paura. «Esprimiamo ferma condanna dell’episodio, chiunque ne sia l’autore», affermano il consigliere comunale ceretano di maggioranza Simone Ferrari e il coordinatore provinciale Luca Zampini. «Simili atti», continuano i due esponenti di Progetto nazionale, «producono come unico effetto quello di spostare l’attenzione da problemi reali, quali sono l’immigrazione incontrollata di massa e il business che ruota attorno a tale fenomeno, ad un mero fatto di cronaca nera». «Pertanto», concludono Ferrari e Zampini, «chi si rende responsabile di certi gesti, lavora, più o meno inconsapevolmente, per conto di chi sponsorizza l’immigrazione come fenomeno positivo».

Francesco Scuderi

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