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Donna rapinata e picchiata in casa

La pistola e l’altro materiale sequestrati dai carabinieri al rapinatoreI carabinieri di Legnago illustrano l’arresto del rapinatore entrato in azione a Ca’ degli Oppi DIENNEFOTO
La pistola e l’altro materiale sequestrati dai carabinieri al rapinatoreI carabinieri di Legnago illustrano l’arresto del rapinatore entrato in azione a Ca’ degli Oppi DIENNEFOTO
La pistola e l’altro materiale sequestrati dai carabinieri al rapinatoreI carabinieri di Legnago illustrano l’arresto del rapinatore entrato in azione a Ca’ degli Oppi DIENNEFOTO
La pistola e l’altro materiale sequestrati dai carabinieri al rapinatoreI carabinieri di Legnago illustrano l’arresto del rapinatore entrato in azione a Ca’ degli Oppi DIENNEFOTO

Rapinata e picchiata nella propria villetta di Ca’ degli Oppi. Non le è andata peggio soltanto perché i banditi l’hanno creduta morta. Uno dei suoi aguzzini è stato arrestato poco dopo dai carabinieri di Legnago. Stavano pattugliando la zona alla ricerca della banda che aveva commesso anche altre rapine, e sono riusciti ad acciuffare uno dei delinquenti con ancora parte della refurtiva addosso. Altri due sono scappati con il resto. Erano circa le 18.50 di lunedì, quando Loretta, 61 anni, che ha un negozio in paese è rientrata a casa l’altro pomeriggio nella sua villetta. Una casa singola, ma non isolata. Il marito è uscito poco dopo, diretto allo stadio Bentegodi per assistere ad Hellas Verona-Pescara. I malviventi sapevano che la signora era sola. Forse per giorni hanno studiato le sue mosse.

 

A Ca’ degli Oppi da tempo c’è una banda che sta mettendo a ferro e fuoco il paese. Gli abitanti si sono uniti in chat per dare allarmi, segnalare auto sospette. E anche i carabinieri di Legnago e Villafranca si erano attivati con servizi specifici. Credevano, qualche mese fa, dopo aver messo le manette, sempre in flagranza di reato dopo una rapina consumata, ai componenti di una banda interetnica di aver risolto il problema delle rapine in casa. E invece l’incubo si è materializzato di nuovo l’altro pomeriggio.Non era tardi, era pomeriggio avanzato, ma in zona c’era buio, una nebbiolina che ovatta le cose. L’orario perfetto per i delinquenti per poi coprirsi la fuga, scappare confondendosi tra le auto dei pendolari che facevano rientro a casa dopo un giorno di lavoro.Loretta ha salutato il marito e atteso sull’uscio che si chiudesse il portone automatico. Ha abbassato la maniglia ed è stata afferrata ad un polso. Neanche il tempo di accorgersi che aveva qualcuno alle spalle. La donna è stata mezza tramortita a furia di sberle e pugni. Delle belve, così le ha descritte.Mentre due la picchiavano, l’altro si aggirava per casa alla ricerca di denaro. Ad un certo punto c’è stato un tentativo di violenza sessuale. La donna è riuscita ad evitarlo soltanto perché indossava delle calze pesanti per le vene. Quando il delinquente si è distratto, lei con un balzo dettato dalla disperazione è scattata in piedi ed è riuscita ad aprire una finestra e a chiedere aiuto urlando con tutto il fiato che aveva in corpo.A quel punto, i tre, temendo di essere acchiappati sono fuggiti. «Alla centrale operativa è arrivata la chiamata di una donna molto scossa. Nonostante quello che aveva subito ha fatto una descrizione precisa delle persone che le sono entrate in casa», ha spiegato il capitano Lucio De Angelis, che comanda la compagnia di Legnago.

 

Al suo fianco il luogotenente Mauro Tenani comandante del Radiomobile di Legnago, e il collega di Bovolone, Roberto Zanolli della stazione.«La donna è riuscita a dire che le persone erano tutte molto magre, tre maschi stranieri, forse dell’Est, che indossavano passamontagna, scaldacollo, guanti. E che poi erano scappati a piedi nei campi», hanno aggiunto gli inquirenti. Ma in giro c’erano le pattuglie, controlli potenziati per la recrudescenza dei colpi in casa. È scattata subito la caccia all’uomo. Poco lontano dall’abitazione della donna, i rapinatori hanno raggiunto l’auto, una Golf rubata che avevano lasciato a breve distanza, e hanno iniziato la loro corsa verso l’abitazione di uno di loro, Raldon di a San Giovanni Lupatoto. I militari li hanno intercettati, poi hanno iniziato a seguirli fino ad un parcheggio di Raldon che si trova di fronte all’abitazione dell’uomo.Lì in strada, una pattuglia davanti e una dietro hanno chiuso l’auto. Due banditi sono scesi al volo e sono scappati a piedi, il terzo, il conducente è rimasto intrappolato dai militari. Ma una volta sceso dall’auto ha iniziato a mandar pugni, calci, al punto che il luogotenente Tenani ha riportato la frattura di una falange e costole incrinate, ha una prognosi di trenta giorni. L’altro suo collega ne avrà per 15 giorni.Ma alla fine, Vasile Vladut Hantar, 24 anni, romeno, è stato arrestato. Per lui, l’accusa di tentata rapina a mano armata in concorso, lesioni gravi per la donna e i militari, resistenza e ricettazione dell’auto su cui viaggiava, la Golf era stata infatti rubata. Ora è in carcere a Montorio. La donna ha passato la notte in ospedale, con il volto tumefatto. Non vuole più tornare a casa. Nella sua casa.

 

Alessandra Vaccari

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