<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Donadoni, concesso il nulla osta per la

Il plateatico del bar dove il 49enne è stato rinvenuto agonizzante
Il plateatico del bar dove il 49enne è stato rinvenuto agonizzante
Il plateatico del bar dove il 49enne è stato rinvenuto agonizzante
Il plateatico del bar dove il 49enne è stato rinvenuto agonizzante

Ieri mattina è arrivato il nulla osta della magistratura per la sepoltura di Pietro Donadoni, l’operaio 49enne casaleonese rinvenuto agonizzante all’alba di lunedì scorso da un passante nel plateatico del bar «Chaplin», nel centro del paese. L’uomo, soprannominato «El Zemel» perché aveva un fratello gemello, è poi deceduto il giorno successivo nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Legnago. I risultati completi dell’esame autoptico, effettuato all’istituto di medicina legale del Policlinico veronese di Borgo Roma non sono stati ancora resi noti, ma il pm Giovanni Pietro Pascucci, che ha aperto un fascicolo sul misterioso decesso, ha concesso l’autorizzazione per celebrare i funerali di Donadoni. Stando ai primi riscontri, l’esame medico confermerebbe quanto avevano ipotizzato fin da subito i carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago, impegnati nelle indagini con i colleghi della stazione di Sanguinetto. Ossia che la morte di Donadoni, che aveva trascorso la serata con gli amici nei bar del paese, sarebbe riconducibile ad una caduta autonoma accidentale e non ad un episodio di violenza.

Le ferite alla testa riportate dal 49enne, dopo essere scivolato dal motorino a bordo del quale stava rincasando, per gli inquirenti sarebbero state provocate sbattendo la testa contro una delle fioriere in cemento posizionate attorno al bar prima di cadere all’indietro sul pavimento. Una ricostruzione che a Casaleone non convince tutti. Da giorni, infatti, si rincorrono le ipotesi più disparate sulla morte dell’uomo. Nei bar e sui social network si è diffusa con insistenza la voce che Donadoni sarebbe stato vittima di un pestaggio ad opera di stranieri, circostanza che nessuno è stato però in grado di provare. C’è chi addirittura afferma che si stia insabbiando la verità per paura delle reazioni che si scatenerebbero a Casaleone. Altre persone hanno sollecitato invece il sindaco Andrea Gennari a garantire maggior sicurezza in paese e altre ancora hanno addirittura proposto di organizzare una manifestazione anti-immigrati. «Prima di esprimermi sulla vicenda», dichiara il primo cittadino, «voglio conoscere i risultati ufficiali delle indagini». Nel frattempo, la famiglia e gli amici più cari di Donadoni hanno chiesto il massimo riserbo. E sono i primi a non volore che vengano alimentate chiacchiere inutili e ricostruzioni infondate. F.S.

Suggerimenti