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«Devo controllare i Pfas»
Così truffa due ottantenni

Portafogli riposto in frigo: è uno dei «trucchetti» dei truffatori DIENNE
Portafogli riposto in frigo: è uno dei «trucchetti» dei truffatori DIENNE
Portafogli riposto in frigo: è uno dei «trucchetti» dei truffatori DIENNE
Portafogli riposto in frigo: è uno dei «trucchetti» dei truffatori DIENNE

Suona alla porta spacciandosi per un incaricato del Comune, con tanto di cartellino di riconoscimento, e riesce ad arraffare a due pensionati tutti i gioielli e i loro portafogli. Ennesima truffa ai danni di due anziani nella Bassa veronese, con il sistema già collaudato di fingersi operatori di società del gas o dell’elettricità, poliziotti oppure impiegati del Comune. Questa volta, il lestofante di turno ha fatto leva sulla salute e sui timori della gente riguardo alla contaminazione dell’acqua da Pfas.

Nei giorni scorsi, intorno alle 11, un uomo sulla sessantina ha suonato il campanello di un’abitazione al civico 40 di via Sant’Eugenia, a Pressana. Al cancelletto si è presentata Germana Berton, 83 anni, moglie di Guglielmo Lucchiari, di un anno più vecchio. Con un sorriso rassicurante e il tono gentile, il falso addetto ha chiesto all’anziana di poter entrare in casa per controllare l’eventuale presenza di Pfas nell’acqua. Non sapendo come comportarsi, la donna ha chiamato il marito, che in quel momento si stava riposando sul divano perché non si sentiva molto bene. «Sono andato ad aprire e ho accompagnato quest’individuo nelle varie stanze della casa», racconta ancora scosso Lucchiari. Il sedicente incaricato del Comune stringeva in mano un apparecchio simile ad un telefonino, sul quale ogni tanto premeva un tasto e osservava l’accensione e lo spegnimento di alcune luci colorate. Ad un certo punto il truffatore ha fatto una richiesta bizzarra ai due pensionati. «Ci ha chiesto di salire in camera da letto e di raccogliere tutti gli ori di famiglia e di chiuderli nel frigorifero e di fare lo stesso con i portafogli», riferisce l’84enne. «Parlava un italiano stentato ma non dava l’impressione di avere cattive intenzioni». L’uomo ha giustificato la strana richiesta specificando che oro e denaro alteravano la tensione elettrica e non gli permettevano di esaminare al meglio l’eventuale inquinamento dell’ac- qua. I due coniugi, un po’ stupiti, hanno raccolto quanto avevano di valore in casa e hanno chiuso tutto nel frigorifero. Sono passati alcuni minuti e il sessantenne, approfittando di un momento di distrazione dei Lucchiari, ha fatto piazza pulita di monili e soldi e si è dileguato rapidamente. «Eravamo a pochi passi e all’improvviso non l’abbiamo più visto», continua Guglielmo. «Ho guardato fuori ma non c’era anima viva».

I due anziani sono stati così derubati di una collana in oro massiccio, un bracciale, alcuni anelli, un paio di orecchini e di 500 euro in contanti. «Ci sono rimaste solo le fedi nuziali», sospira il pensionato. Due giorni dopo il fatto, in un fossato dietro casa, sono stati ritrovati i documenti della coppia. «Siamo andati a denunciare il furto ai carabinieri, sperando che possano trovare il colpevole», aggiunge. Il sindaco di Pressana Stefano Marzotto è colpito da quanto è successo, specie alla luce del movimento civico che è nato subito dopo l’aggressione subita dai coniugi Dal Maso, a fine marzo. «Abbiamo costituito una rete civica di controllo di vicinato che sta funzionando», ribadisce Marzotto. «Invitiamo i cittadini a stare in guardia e ad avvertiresubito le forze di polizia o il Comune ogni qualvolta ricevano visite da parte di individui sospetti».

Paola Bosaro

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