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Crolla barchessa
cinquecentesca
in stato di degrado

La barchessa crollata a villa Serego-Rinaldi di BeccacivettaEcco come si presenta ora la barchessa  «viscontea»
La barchessa crollata a villa Serego-Rinaldi di BeccacivettaEcco come si presenta ora la barchessa «viscontea»
La barchessa crollata a villa Serego-Rinaldi di BeccacivettaEcco come si presenta ora la barchessa  «viscontea»
La barchessa crollata a villa Serego-Rinaldi di BeccacivettaEcco come si presenta ora la barchessa «viscontea»

Si sbriciola sotto gli occhi impotenti degli albaretani il patrimonio storico-architettonico dei conti Serego. Dopo Corte Grande, un altro gioiello fatto costruire dalla famiglia Serego nei propri possedimenti della Bassa sembra avviato ad un rapido declino e deterioramento. Alcune settimane fa è crollata una porzione di barchessa cinquecentesca della villa Serego-Rinaldi di Beccacivetta.

L’ispettore onorario della Soprintendenza Gianni Rigodanzo, incaricato di vigilare su questo monumento, tutelato ai sensi del Decreto legislativo 42 del 2004, ha subito provveduto a documentare con fotografie il cedimento di circa 100 metri quadri di copertura e soffitto ligneo e ad inviare una segnalazione al direttore della Soprintendenza di archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza Fabrizio Magani. Nello scritto inviato al soprintendente, Rigodanzo definisce la barchessa «viscontea» perché la sua costruzione risale al 1521, anno in cui il proprietario del podere Antonio Serego sposò Camilla Visconti Borromeo. Il crollo è giunto dopo un lungo periodo di abbandono e logorio delle strutture. A causa delle infiltrazioni d’acqua dal tetto, una trave di sostegno del soffitto si era marcita ed era stata puntellata con alcuni sostegni. Il danno però non era mai stato riparato del tutto ed è andato via via peggiorando fino al collasso completo. «Il violento cedimento ha portato con sé anche una delle dodici colonne portanti in laterizio, caratteristica peculiare di questa barchessa situata ad est del complesso signorile», osserva Rigodanzo.

Una volta ricevuta la segnalazione, il soprintendente Magani si è mosso con rapidità. Ha chiesto alla proprietà «il recupero e la salvaguardia del fabbricato». Quindi, ha invitato «a consegnare, con urgenza, una proposta di intervento redatta da un tecnico abilitato». Ha inoltre anticipato che «la Soprintendenza esprimerà tempestivamente il parere di competenza affinché si possano intraprendere al più presto i lavori conservativi». In attesa del progetto di ristrutturazione, Magani ha infine prescritto «di predisporre immediate opere provvisionali, utili ad evitare che la situazione contingente possa arrecare più gravi danni al bene culturale e costituire pericolo per la pubblica incolumità».

L’impianto più antico di villa Serego-Rinaldi di Beccacivetta risale al XIV secolo. Nel Cinquecento, l’abitazione signorile è stata ampliata e nel XX secolo completata. I conti Serego avevano affidato ad Andrea Palladio un progetto per il rifacimento della villa, purtroppo mai andato in porto. Da metà Ottocento al 1950 è stata di proprietà della famiglia Brena di Coriano, poi è stata acquistata dai Rinaldi-Gruber. L’ultima inquilina, Luigia Rinaldi, l’ha lasciata quindici anni fa. Dopo la morte dell’ultima proprietaria, l’immobile è passato agli eredi che stanno cercando un acquirente. Risalgono ai primi anni Duemila le ultime manutenzioni eseguite alle coperture. Purtroppo, ad aggravare la situazione, ci ha pensato un fulmine che otto anni fa ha colpito la croce in ferro posta sul campanile della cappella appartenente alla residenza.

«La palla in tufo che sosteneva la croce è letteralmente esplosa, lanciando con violenza pezzi di pietra sulle tegole del tetto e danneggiandole», ricorda l’ispettore onorario Rigodanzo. Da allora sono numerose le infiltrazioni d’acqua in vari punti del fabbricato, compresa la parte nobile del complesso.

Paola Bosaro

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