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Cori, lacrime e fiori per Giulia
«un angelo sempre sorridente»

Giulia FrigoL’arrivo del feretro della 25enne davanti alla chiesa parrocchiale di Roveredo
Giulia FrigoL’arrivo del feretro della 25enne davanti alla chiesa parrocchiale di Roveredo
Giulia FrigoL’arrivo del feretro della 25enne davanti alla chiesa parrocchiale di Roveredo
Giulia FrigoL’arrivo del feretro della 25enne davanti alla chiesa parrocchiale di Roveredo

L’angelo con il sorriso se ne va lasciando di sé tracce significative dell’allegria e della tenacia con cui affrontava la vita. Il funerale di Giulia Frigo, l’operaia 25enne morta sabato scorso in un incidente stradale sui Colli Euganei, è stato un momento di profondo cordoglio per la comunità roveredana e pressanese. Centinaia di persone hanno affollato ieri la chiesa di San Pietro durante il rito funebre celebrato dal parroco don Luciano Mazzasette.

Dopo una mattinata grigia, perfino il cielo ha voluto rendere omaggio alla solarità della ragazza dai capelli corvini e dagli occhi che sprizzavano gioia di vivere. Quando il carro funebre si è avvicinato al sagrato le nubi si sono diradate e ha fatto capolino il sole, che non si era mai visto fino a quel momento. Dietro al feretro, sormontato da un mazzo di rose bianche, si sono incamminati i familiari distrutti dal dolore: il papà Loris, la mamma Anna Maria, il fratello Luca e il fidanzato Fabrizio. L’altare era stato trasformato in un giardino, con mazzi di fiori che riempivano ogni spazio, donati da parenti, amici e persone che hanno condiviso un pezzetto di strada con Giulia. Accanto alla bara, oltre al labaro dell’Avis del Colognese, di cui l’operaia faceva parte, è stato posto un leggio con il quaderno delle canzoni che usava la 25enne, aperto sulle pagine dei primi canti imparati assieme ai suoi amici del Coro Giovani della parrocchia. I compagni di canto hanno cacciato indietro le lacrime per renderle omaggio nel migliore dei modi. E ci sono riusciti. Hanno dato ad un mesto addio il respiro di un’anima che vive ancora e che «continuerà ad esistere vicino e dentro a chi l’ha conosciuta ed amata», come ha detto don Luciano.

Il parroco ha richiamato inoltre le parole della prima lettura dal Libro della Sapienza per sottolineare come non sia l’età di una persona a determinare lo spessore della sua vita, «bensì la qualità dei gesti, delle parole, delle azioni. Ognuno può dare il meglio di sé subito, anche se vive per pochi anni, come Giulia». I genitori della ragazza hanno fatto leggere un messaggio sull’altare, parlando di lei come della «figlia ideale», non solo per «la correttezza con cui affrontava le situazioni», ma anche «per quel sorriso angelico con cui ci illuminavi le giornate». Hanno parlato di quanto le piaceva suonare, sia il pianoforte che la chitarra, e cantare. «Eri una melodia armoniosa», hanno rivelato. La giovane operaia è stata anche ricordata dai coetanei della classe 1992 e dai compagni del liceo Roveggio di Cologna. Per Miriam Castegnaro, la morte di Giulia è durissima da accettare. «Eravamo molto amiche fin dai tempi delle elementari», ricorda. «Anche se lei aveva un anno meno di me ci trovavamo sempre alla domenica pomeriggio al Centro giovanile. Da ragazzine ci divertivamo a fare giri in bicicletta, a cantare facendo duetti a casa sua, ad andare alle sagre e a lavorare per la Pro loco. Anche quando abbiamo maturato interessi diversi, siamo rimaste molto unite: lei era solare, sempre con la battuta pronta. È difficile pensare al resto della mia vita senza Giulia».

Paola Bosaro

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