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Contrabbando di carburanti
L’inchiesta approda in paese

Una delle autocisterne controllate dai carabinieri e dagli agenti dell’Agenzia delle Dogane di Bolzano
Una delle autocisterne controllate dai carabinieri e dagli agenti dell’Agenzia delle Dogane di Bolzano
Una delle autocisterne controllate dai carabinieri e dagli agenti dell’Agenzia delle Dogane di Bolzano
Una delle autocisterne controllate dai carabinieri e dagli agenti dell’Agenzia delle Dogane di Bolzano

Contrabbando internazionale di carburanti con un danno erariale, finora accertato, di circa tre milioni di euro. Anche se, in realtà, si tratterebbe solo di metà dell’importo frodato visto che gli inquirenti stimano un’evasione complessiva di oltre sei milioni. Ruota a questi due perni la complessa indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Bolzano, che ieri mattina è sfociata in misure cautelari, sequestri e decine di perquisizioni in diverse province italiane, oltre che in Germania e in altri quattro Paesi Europei. Un’inchiesta frutto di quasi un anno di appostamenti e controlli incrociati, che ha fatto tappa anche nella Bassa, a Coriano di Albaredo, in un’azienda che commercia per l’appunto carburanti.

Una delle tre misure cautelari emesse dal gip del tribunale di Bolzano, su richiesta del procuratore aggiunto Markus Mayr - ed eseguite all’alba di ieri, contestualmente a 24 perquisizioni domiciliari, da una cinquantina di carabinieri e da oltre 80 agenti dell’Agenzia delle Dogane - riguarda G.B., un imprenditore veronese che opera nella frazione. Il 74enne figura tra gli indagati ritenuti responsabili a vario titolo di associazione per delinquere trasnazionale finalizzata a sottrarre all’accertamento prodotti soggetti ad accisa. Quindi, i militari gli hanno notificato la misura dell’obbligo giornaliero di presentazione alla polizia giudiziaria. Stando all’accusa, l’uomo avrebbe detenuto per conto terzi gasolio su cui non sarebbe stata versata l’imposta prevista dal Decreto legislativo 504 del 1995. La perquisizione e i relativi adempimenti, che hanno impegnato per quasi cinque ore 11 ispettori doganali del Nucleo interprovinciale di Bolzano con i carabinieri di Bressanone affiancati dai colleghi della stazione di Ronco, è scattata alle 7 nel deposito situato alla periferia del paese. Contestualmente, venivano eseguite analoghe verifiche, con il sequestro di una mole di documenti e di serbatoi contenenti gasolio ritenuto di contrabbando, non solo nelle province di Milano, Monza e Brianza, Napoli, Roma e Lecce. Ma anche in Germania, dove l’autorità giudiziaria di Rostok ha disposto quattro ordinanze di carcerazione eseguite dall’Agenzia delle Dogane di Amburgo. Altre perquisizioni sono avvenute nella Repubblica Ceca, in Slovacchia, Polonia ed Ungheria.

Un’indagine complessa, quindi, quella avviata nel 2015 e riguardante ingenti movimentazioni di prodotti energetici di contrabbando dal Nord Europa all’Italia. In questi mesi, gli investigatori hanno monitorato diversi trasporti diretti, oltre nell’azienda della Bassa, in altre regioni della Penisola. Tramite pedinamenti, intercettazioni telefoniche e l’analisi dei tracciati Gps di alcuni mezzi, sono riusciti a ricostruire nei dettagli una maxi frode consistente nell’introduzione sul territorio nazionale di carburanti senza versare l’accisa e l’Iva. Tutto ciò con un semplice «trucchetto» scoperto dall’Arma e dai Servizi Antifrode delle Dogane territorialmente competenti. Ossia camuffando i carichi da merce non sottoposta ad accise, che veniva perciò trasportata su autocisterne scortate da una semplice lettera di vettura.

In sintesi, i soggetti ora indagati avrebbero organizzato un traffico illecito per cui i prodotti classificati come additivi o anticorrosivi, provenienti dai Paesi dell’Unione Europea, venivano importati. Questi liquidi erano poi trasbordati di notte, in luoghi nascosti, su autocisterne italiane mescolandoli a scarsi quantitativi di carburante e fatti circolare con documentazione falsa. Così facendo, gli additivi venivano «mascherati» da carburante con accisa assolta e scaricati in depositi commerciali o distributori stradali. Con notevoli vantaggi economici e un danno da parecchi zeri per le casse dello Stato.

Stefano Nicoli

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