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Nel Basso Veronese

Con Salvini
Bovolone diventa
la piccola Pontida

Un selfie con Salvini a Bovolone (Dienne)
Un selfie con Salvini a Bovolone (Dienne)
Un selfie con Salvini a Bovolone (Dienne)
Un selfie con Salvini a Bovolone (Dienne)

Bovolone si è trasformata ieri mattina, per un’ora, in una piccola Pontida per accogliere il «capitano», come l’ha definito il segretario provinciale Paolo Paternoster. E così, fedele al copione inscenato sul prato caro da sempre al popolo padano, anche in piazza Scipioni, tappezzata di slogan anti-Renzi, il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini ha snocciolato il «mantra» che volevano sentirsi dire le circa 500 persone assiepate sotto il palco all’ombra del Perseo. A cominciare dal candidato sindaco del Carroccio Alessandro Minozzi, che alle amministrative del 5 giugno sfiderà gli altri cinque pretendenti alla guida del municipio «con una lista trasparente, senza inciuci e all’insegna del rinnovamento».

Una «ricetta», quella sciorinata dal «capitano», arrivato puntualissimo alle 10 in jeans e camicia blu, che, tra una bordata alla legge Fornero, «che cambieremo immediatamente quando saremo al Governo per restituire gli anni di vita e di contributi rubati a milioni di italiani», e una fiondata agli studi di settore «da cancellare subito perché stanno massacrando tanti lavoratori onesti, colpevoli a prescindere», ha avuto anche un insolito risvolto religioso. Il leader del Carroccio, riferendosi alla bollente questione dell’immigrazione, da sempre leitmotiv del movimento con la sicurezza, ha citato infatti il catechismo della Chiesa cattolica. Perchè «se è vero che l’accoglienza di chi ha bisogno è un dovere, lo è tuttavia nei limiti del possibile con quattro milioni di italiani disoccupati e in difficoltà economiche». «Un Paese normale dà la precedenza agli italiani rispetto agli immigrati, specie se clandestini», ha aggiunto, ribadendo poi «l’impellenza di una legge sulla legittima difesa, che Renzi si ostina però a rinviare». E giù applausi.

Il vangelo «Secondo Matteo» - parafrasando il titolo del libro in testa alle classifiche scritto del segretario della Lega, che ieri ha autografato decine di copie - Salvini l’ha ripetuto dal palco nella prima tappa del suo tour elettorale in Veneto. Non solo per annunciare «che le amministrative saranno l’occasione per mandare finalmente a casa Renzi». Ma anche per tirare la volata a Minozzi, bancario di 48 anni al suo debutto in politica, pronto a correre in solitaria chiudendo la stagione delle aggregazioni con liste civiche che contrassegnò la tornata del 2011. «Quello di Bovolone, centro di 16mila abitanti», ha sostenuto Paternoster affiancato per l’occasione dallo stato maggiore leghista (erano presenti, tra gli altri, l’eurodeputato Lorenzo Fontana e gli assessori regionali Elisa De Berti e Luca Coletto), «è un test importantissimo perchè, per la prima volta, si andrà al ballottaggio e abbiamo buone chance di giocarci la partita». «Anche al secondo turno faremo comunque una scelta di coerenza rinunciando a qualsiasi apparentamento», ha annunciato l’ex sindaco del paese Osvaldo Richelli, punto di forza della neonata sezione locale ripartita da zero sotto il commissario Giovanni Favarello.

Quello di Bovolone, alla stregua di buona parte dei 24 Comuni veronesi al voto, sarà anche un banco di prova «intestino» poiché il Carroccio si scontrerà con gli ex leghisti che hanno aderito al «Fare!» di Flavio Tosi. E che nella città del mobile sostengono il sindaco uscente Emilietto Mirandola. «Siamo contro tutti non solo contro i nostri ex compagni di viaggio», ha minimizzato Gianantonio Da Re, segretario nazionale del partito. «Tosi? Non porto rancore e non guardo al passato, i suoi iscritti sono concorrenti come gli altri», ha sorvolato Salvini prima di ribadire il suo «no» al referendum costituzionale, «la riforma più centralista da 70 anni a questa parte», e alle adozioni gay. E via con l’ovazione finale del popolo padano.

 

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