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Chiesa gremita per l’addio a Furlani industriale lungimirante e generoso

I ciclisti del gruppo «Fcm Furlani-Simem» accolgono il feretroIl funerale dell’industriale nella chiesa gremita di gente DIENNEFOTO
I ciclisti del gruppo «Fcm Furlani-Simem» accolgono il feretroIl funerale dell’industriale nella chiesa gremita di gente DIENNEFOTO
I ciclisti del gruppo «Fcm Furlani-Simem» accolgono il feretroIl funerale dell’industriale nella chiesa gremita di gente DIENNEFOTO
I ciclisti del gruppo «Fcm Furlani-Simem» accolgono il feretroIl funerale dell’industriale nella chiesa gremita di gente DIENNEFOTO

Francesco Scuderi Centinaia di persone, ieri mattina, hanno dato l’ultimo saluto all’industriale Piero Furlani, fondatore e presidente di «Simem», morto mercoledì scorso all’età di 87 anni all’ospedale di «Mater salutis» di Legnago a causa di una malattia con cui combatteva da qualche anno. Ad accogliere l’arrivo dei familiari sul sagrato della chiesa parrocchiale di Minerbe c’erano i ciclisti del gruppo amatoriale «Fcm Furlani - Simem», sponsorizzati ormai da quattro decenni dall’azienda. Schierati su due lati, con la loro divisa, i corridori hanno assistito all’ingresso in chiesa della bara in legno chiaro ricoperta da un grande cuscino di rose bianche. Vicino al feretro hanno preso posto la moglie Angelica, sposata nel 1958, i figli Nicoletta, Federico e Michele e i nipoti. A concelebrare i funerali era presente don Diego Righetti, parroco del Duomo di Legnago. Furlani viveva infatti nel capoluogo della Bassa da molti anni, ma la sua grande avventura imprenditoriale era iniziata a Minerbe, paese dove era nato. Fino ad arrivare nel 1963 alla creazione di «Simem», una realtà diventata oggi leader nella progettazione e produzione di impianti per il trattamento dell'acqua, betonaggio e smaltimento rifiuti. «Pierino», com’era meglio conosciuto da tutti, aveva anche ricoperto svariati incarichi: era stato consigliere comunale negli anni Settanta e più tardi presidente dell’Associazione dei piccoli industriali del Basso veronese. «Ha iniziato dal nulla e con tanti sacrifici ha creato Simem, un’azienda internazionale di successo», ha ricordato don Righetti. «È stato un imprenditore dal volto umano», ha aggiunto il sacerdote, «parlava spesso con i suoi dipendenti, li sapeva guardare negli occhi, conosceva i loro problemi personali e faceva quello che poteva per aiutarli». Poco prima della fine della cerimonia, la nipote Maria Chiara, è salita sul pulpito per ricordare l’amato nonno. «Sei stato un pioniere grandioso e determinato», ha detto la ragazza, «con la tua presenza ci hai insegnato tanti valori: onestà, umiltà, sacrificio, amore per la vita. Grazie di tutto, sei stato un nonno eccezionale». Un intervento commovente, seguito da un lungo applauso tra i banchi della chiesa in cui c’erano tanti volti noti della politica e dell’imprenditoria locale: da Claudio Valente, presidente provinciale di Coldiretti e vicepresidente di Veronafiere all’industriale Franco Zanardi, presidente onorario delle omonime Fonderie, passando per Diana Venturato della «Samo» di Bonavigo e Bruno Giordano, fondatore dell’omonimo gruppo di Villa Bartolomea e vicepresidente di Confindustria Verona. Il sindaco di Minerbe Andrea Girardi, che per cinque anni ha lavorato alla «Simem», non ha potuto presenziare al rito per impegni di lavoro all’estero ma ha inviato un messaggio. «Si tratta», ha commentato, «di una grande perdita. Ho avuto la fortuna di lavorare a stretto contatto con Furlani e tra le tante cose che mi ha insegnato la più importante è stata la dedizione per il proprio lavoro». «Una passione», ha concluso Girardi, «di cui ho compreso la grandezza il giorno in cui mi raccontò con gli occhi lucidi di come la sua prima azienda fosse nata negli anni ’50 con la vendita di attrezzi per l’edilizia passando di cantiere in cantiere con un furgoncino assieme ai suoi fratelli». •

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