Maltrattava la moglie Arrestato un 40enne dopo l’ennesimo litigio
La situazione, con il passare degli anni, era diventata ormai insostenibile nella villetta di Cerea dove fino a domenica la coppia viveva assieme con tre figli minorenni. E tutto a causa di continue discussioni per futili motivi che, in qualche occasione, sarebbero sfociate anche nella violenza fisica, costringendo la donna a ricorrere alle cure del Pronto soccorso. Ma finora la 40enne, di origini marocchine come il marito, non aveva mai trovato il coraggio e la forza di denunciare i maltrattamenti che subiva da tempo in famiglia. E si limitava a sopportare in silenzio come ha confessato ai carabinieri che, l’altra sera poco dopo mezzanotte, l’hanno accompagnata al «Mater salutis». Al termine dell’ennesimo litigio, in cui è rimasta ferita, si è rifugiata infatti da una vicina. E ha preso la decisione che aveva continuamente rinviato nei mesi scorsi. Forse nel disperato tentativo di proteggere i suoi tre ragazzi, rispettivamente di 11, 14 e 17 anni, e di salvare un’unione sempre più traballante. La donna, convinta di non poter sopportare oltre i soprusi e il clima di prostrazione che scandivano le sue giornate, ha chiamato così il 112 e sul posto si sono precipitate una pattuglia della stazione cittadina con i colleghi del Nucleo operativo e Radiomobile di Legnago. Una volta al sicuro, ha raccontato ai militari cosa le era successo tra quelle mura domestiche dove, in base alla sua testimonianza, i diverbi, le urla e le scenate, scatenati il più delle volte da questioni di gelosia, erano diventati ormai una dolorosa costante. Come l’altra sera quando E.K.A., rientrato dopo una passeggiata, è andato su tutte le furie dopo che la donna gli ha chiesto spiegazioni su un messaggio ricevuto dall’uomo sul telefonino lasciato a casa. Quindi l’operaio ha dato in escandescenze e ha iniziato ad inveire contro la consorte. Fino ad afferrarla per un braccio mentre i figli facevano da scudo alla madre. La 40enne, per divincolarsi dalla morsa del marito che continuava a strattonarla, ha fatto cadere a terra un vaso di vetro. E, nel tentativo di sottrarsi alla furia incontrollabile dell’uomo, ha calpestato alcuni cocci appuntiti ferendosi ai piedi. Terrorizzata e dolorante è riuscita alla fine a scappare dall’abitazione e a farsi aiutare da una vicina prima dell’intervento dei carabinieri. La donna, medicata all’ospedale di Legnago, è stata dimessa in nottata con una prognosi di 30 giorni. Nel frattempo suo marito veniva accompagnato in caserma e poi trasferito al comando dell’Arma di Legnago dove, su disposizione del magistrato di turno, ha trascorso la notte in camera di sicurezza. Ieri, l’operaio è comparso in tribunale a Verona: il giudice Camilla Cognetti l’ha rimesso in libertà disponendo nei suoi confronti il divieto di dimora a Cerea e il divieto di avvicinarsi alla moglie e ai luoghi frequentati dalla donna. L’udienza è stata rinviata al prossimo 8 gennaio.