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Bimba down presa in giro Lettera aperta ai ragazzi della mamma di Luna

Le scuole medie di Roverchiara frequentate dalla piccola Luna
Le scuole medie di Roverchiara frequentate dalla piccola Luna
Le scuole medie di Roverchiara frequentate dalla piccola Luna
Le scuole medie di Roverchiara frequentate dalla piccola Luna

«Cari ragazzi, è il cuore di una mamma che vi parla. Se ho deciso di scrivervi non è per colpevolizzare qualcuno. Ma solo perché ciò che avete commesso non vi fa onore. Io, “mamma diversa”, non voglio più vedere le vostre madri piangere perché a scuola non vi comportate bene». Inizia così la lettera aperta che Luisa Lunardi, mamma di Luna, un bella ragazzina di quasi 13 anni, nata con la sindrome di Down, ha voluto scrivere idealmente ad alcuni compagni di scuola della figlia. Luna, che vive ad Angiari, ma ha appena terminato la seconda media a Roverchiara dove studia anche la sorella gemella Gaia, è finita al centro «di un brutto episodio, che solo con la volontà e la collaborazione di tutti potrà essere superato in vista di un anno scolastico diverso, con ragazzi convinti che la cultura del rispetto venga prima di ogni altra cosa», spiega mamma Luisa. La quale aveva anche espresso alla dirigenza scolastica il desiderio, non accordato, di poter leggere la sua lettera a scuola. «Luna», prosegue la signora, «senza quasi nemmeno accorgersene, visto che ha un carattere allegro e positivo, è stata vittima di un gruppetto di suoi compagni che si sono divertiti a prenderla in giro semplicemente perché la considerano diversa. Non credo sia stato un episodio di bullismo, piuttosto preferisco parlare di non conoscenza. Nel senso che i ragazzi, nonostante i due anni trascorsi insieme in classe, probabilmente non sanno cosa sia la sindrome di Down. Oppure perché la loro compagna abbia un insegnante di sostegno o tempi diversi dai loro». «A difendere Luna», rivela ancora la mamma, «è intervenuta, con grande coraggio, una sua amica che a sua volta è stata offesa e messa da parte. Al di là dell’episodio, per il quale la dirigente scolastica e gli insegnanti hanno richiamato subito i ragazzi, avvertendo naturalmente anche i loro genitori, quello che mi preme da mamma è arrivare ad un obiettivo ben preciso: e cioè che docenti e famiglie, insieme, aiutino questi giovanissimi a costruire un mondo migliore dove chi interviene in aiuto dell’altro venga preso ad esempio e non ostacolato. Un mondo dove questi ragazzi possano fare una gita al mare o andare al cinema insieme a Luna o a o qualsiasi altro ragazza o ragazzo come lei. E dove le mamme e i papà, più che di un buon voto, siano contenti se i loro figli capiscano che la diversità è un dono oltre ed un arricchimento». Uno spiraglio pare però essersi aperto. Dopo il fattaccio ed i successivi richiami dei genitori, due dei compagni di Luna che l’avevano derisa hanno raggiunto la sua casa ad Angiari per scusarsi direttamente con lei e chiederle perdono. «È stato un bel gesto», ribadisce mamma Luisa, «anche se le scuse andavano fatte soprattutto alla ragazzina che è intervenuta a difesa di Luna. Quello che mi ha più colpito è l’aver visto piangere le mamme di questi ragazzi. É stato allora che ho pensato di rivolgermi direttamente agli altri del gruppo, forse non ancora pentiti. Mi sarebbe piaciuto parlar loro a cuore aperto, da mamma appunto, ma purtroppo, nonostante molti genitori fossero d’accordo, non sono stata autorizzata dalla scuola». «Spero solo», conclude Lunardi, «che queste vacanze siano per loro occasione di riflessione oltre che di divertimento». Interpellata su quanto accaduto, Monica Di Marcello, dirigente dell’Ic Barbarani, precisa «di non aver potuto far parlare in classe la signora perché esistono sedi più opportune all’interno della scuola dove ciascun genitore può esporre queste problematiche». Ma anche «di aver subito chiesto la collaborazione di tutti per favorire un dialogo proficuo dialogo tra scuola e famiglie. Gli alunni non sono solo voti, ma molto altro. Per questo, anche il prossimo anno, proseguiremo con forza sulla strada dell’inclusione, aggiungendo altri progetti a quelli già attivati».

Elisabetta Papa

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