<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Bici da corsa, affare di famiglia

Nonno, papà e nipote in partenza per un’escursione in bici da corsa
Nonno, papà e nipote in partenza per un’escursione in bici da corsa
Nonno, papà e nipote in partenza per un’escursione in bici da corsa
Nonno, papà e nipote in partenza per un’escursione in bici da corsa

Tre generazioni sulle due ruote per una passione che non conosce limiti d’età. Se al Giro del centenario ci fosse un riconoscimento per gli appassionati di ciclismo capaci di tramandare l’amore per questo sport di padre in figlio, la famiglia Dugato-Montevecchi meriterebbe una menzione speciale. Da una decina d’anni, infatti, Marco Montevecchi, 38 anni, di Santo Stefano di Zimella, percorre almeno una volta a settimana 50 chilometri in sella alla sua bicicletta da corsa, fianco a fianco con il padre 63enne Giorgio e con il nonno materno, Livio Dugato, classe 1931. Agghindati di tutto punto con abbigliamento tecnico e caschetto, i «Moser della Bassa» partono da San Gregorio di Veronella, dove vivono i genitori di Marco, raggiungono Spessa, Orgiano e Campiglia dei Berici. Poi i tre ciclisti fanno ritorno a casa, passando per Cologna. Sono uniti e complici nel sacrificio e nella fatica, nonostante le differenze d’età. E, malgrado gli impegni familiari e lavorativi di ciascuno, non rinuncerebbero mai a questi momenti di sport all’aria aperta, linfa vitale e collante per il loro rapporto affettivo e parentale.

Livio Dugato, 85 anni, fisico asciutto e grande carisma, ha lavorato una vita come ambulante di abbigliamento al mercato. Da giovane usava la bicicletta per spostarsi, ma non l’aveva mai considerata un mezzo per fare sport, probabilmente perché non aveva avuto neppure il tempo per coltivare questa passione. A 50 anni, il genero Giorgio gli ha trasmesso l’amore per le due ruote ricevuto in eredità da suo padre. Il nonno paterno di Marco, infatti, era romagnolo. E la Romagna, si sa, è celebre per aver dato i natali ad alcuni fra i più grandi ciclisti italiani, Marco Pantani in primis. «Mio nonno Ernesto lavorava i campi, però nel contempo allenava pure giovani ciclisti. Ha insegnanti i rudimenti della disciplina a Davide Cassani, attuale commissario tecnico della nazionale», ricorda il figlio Marco.

Giorgio Montevecchi, cresciuto in un clima sportivo di alto livello e diventato a 20 anni uno tra i migliori 10 atleti dell’Emilia Romagna, una volta sposatosi con una zimellese ed essersi trasferito nella Bassa veronese, è riuscito a coinvolgere nelle sue uscite in bici anche il suocero Livio. Ha cercato anche di avviare il figlio Marco al professionismo, ma senza grandi risultati. «Ho fatto un paio di anni di agonismo nella FDB di Cologna, quand’ero adolescente, ma le gare e gli allenamenti mi stancavano molto, perciò ho appeso le scarpette da ciclista al chiodo», confessa. Fino al 2007, quando il richiamo della bici si è fatto troppo forte per Marco, che è parrucchiere e consulente di bellezza a Legnago. «Iniziare ad uscire sulla bici con papà e nonno è stato fantastico fin dalla prima escursione», riferisce, «di solito si dedicano ai propri familiari un paio di ore alla domenica o un passaggio veloce per un saluto, invece pedalare assieme è un’esperienza impagabile». In estate nonno Livio non rinuncia alle pedalate, ma deve fare i conti con il caldo torrido, perciò la partenza è fissata alle 5. «Qualche volta faccio l’alzataccia anch’io, pur di stargli vicino», rivela Marco. Ruota a ruota, felice di stare assieme, la «famiglia del pedale» macina chilometri sulle strade della Bassa, senza sentire il peso dell’età e delle fatiche quotidiane.

Paola Bosaro

Suggerimenti