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Assaltata un’azienda vinicola Ultimo colpo prima dell’arresto

L’azienda vinicola Guarinoni presa di mira dalla banda DIENNEFOTO
L’azienda vinicola Guarinoni presa di mira dalla banda DIENNEFOTO
L’azienda vinicola Guarinoni presa di mira dalla banda DIENNEFOTO
L’azienda vinicola Guarinoni presa di mira dalla banda DIENNEFOTO

Stefano Nicoli Ha scoperto sul fatto i ladri intenti a svaligiare l’azienda vinicola Guarinoni che gestisce con la sua famiglia alla periferia di Roverchiara. E non ha fatto nemmeno in tempo ad avvicinarsi con l’auto al deposito di vini e liquori dov’era in corso la razzia che il palo della banda le ha scagliato contro un grosso sasso. Con il chiaro intento di colpire ed infrangere il parabrezza della berlina per impedirle di allontanarsi. Invece, lei, sfoderando una prontezza di riflessi e un coraggio invidiabili, ha sterzato all’improvviso il volante della sua Mercedes e il masso ha sfondato così la portiera anteriore destra. Permettendole così di allontanarsi e di dare subito l’allarme mentre i malviventi si dileguavano attraverso i campi circostanti. L’imprenditrice Federica Pavan, 51 anni, è stata l’ultima vittima del commando che, dalla scorsa primavera, ha terrorizzato la Bassa mettendo a punto una sequela impressionante di rapine in casa sfociate in alcuni casi anche in violente aggressioni ai danni soprattutto di anziani. Quella banda composta da cittadini marocchini che, al termine di serrate indagini di cui si conosceranno i dettagli in un’imminente conferenza stampa, è stata sgominata l’altra notte dai carabinieri della compagnia di Legnago. E che è sospettata, per l’appunto, di aver fatto vivere un incubo, difficile da dimenticare, ad una dozzina di famiglie, tra Ca’ degli Oppi, San Pietro in Valle, Palù, Isola della Scala e San Vito di Legnago. Assalti fotocopia, suppergiù con le stesse modalità, che hanno composto un puzzle, fatto di paura e di violenza, che questa settimana, prima dell’arresto dei presunti responsabili, ha collezionato un tassello da brividi anche nella ditta di via Santa Toscana. Fortuna ha voluto che, contrariamente a quanto è successo in altri episodi, la titolare si trovasse a bordo della sua auto e che i ladri-rapinatori non siano riusciti a bloccarla. Anche se ha corso ugualmente un grosso rischio di cui conserva un ricordo ben nitido. «Martedì scorso, intorno alle 19.45, prima di recarmi a lezione di inglese», riferisce l’imprenditrice, «sono andata a controllare che nel magazzino, situato nella parte retrostante la nostra abitazione, fosse tutto in ordine. Mi sono avvicinata in macchina e, con mia grande sorpresa, ho notato che il portone era aperto e che le luci, spente mezz’ora prima, erano accese. Ho intuito subito che all’interno ci fossero i ladri». Tuttavia, il sopralluogo della commerciante non è sfuggito ad uno dei componenti della banda, che era entrata dopo aver forzato un’uscita di emergenza. «Di punto in bianco», prosegue nel racconto la 51enne, «mi è venuto incontro un uomo incappucciato, abbastanza esile e tutto vestito di nero, che impugnava qualcosa. A quel punto ho accelerato e ho udito un tremendo botto sulla carrozzeria, poi rivelatosi un sasso che mi ha causato danni per mille euro. Ma sono riuscita a scappare e ad avvisare il 112». In cinque minuti sono giunte sul posto due pattuglie ma dei malviventi, che hanno imboccato con tutta probabilità la Transpolesana, posta ad un centinaio di metri dall’azienda, non c’era più traccia. Nel magazzino e negli uffici era tutto sottosopra ed è stata trovata una scala appoggiata invano al muro dai ladri per disattivare un sensore di presenze e l’impianto elettrico. Parte della refurtiva, una cassa piena di liquori, è stata poi recuperata dai carabinieri all’interno di una Mercedes classe A, rubata in precedenza a Coriano, che i banditi hanno abbandonato, la sera stessa del loro arresto, nel cortile di un’abitazione di Terrazzo dove avevano tentato l’ennesimo colpo. Un razzia sventata dal tempestivo intervento degli uomini del capitano Lucio De Angelis, che a distanza di poche ore hanno poi fermato la banda. E l’incubo per la Bassa è finito lì. Un plauso all’operazione dell’Arma è arrivato ieri anche da Confcommercio Verona, che ha appreso con favore l’annuncio dato dal comandante provinciale, il colonnello Ettore Bramato. «L’arresto della banda», commenta il presidente Paolo Arena, «aumenta la percezione di sicurezza in un’area della provincia colpita negli ultimi tempi da eventi criminosi ai danni di privati ed imprese». Poi conclude: «Ringraziamo i carabinieri che hanno portato a termine una difficile operazione a beneficio della collettività e del mondo produttivo veronese». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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