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Asilo più costoso
Tagli e vendite
ma il buco rimane

La scuola materna di Angiari: rette più alte DIENNE FOTO
La scuola materna di Angiari: rette più alte DIENNE FOTO
La scuola materna di Angiari: rette più alte DIENNE FOTO
La scuola materna di Angiari: rette più alte DIENNE FOTO

Aumenti in vista per le famiglie dei 18 alunni che frequentano l’asilo nido «Dal Cer» di Angiari. Il ritocco, a partire dal prossimo settembre, della retta mensile, che salirà da 340 a 360 euro, è una delle misure «salva-bilancio» approvate nell’ultimo Consiglio comunale. Tutto ciò, con lo scopo di colmare, in parte, lo «sforamento» del Patto di stabilità, pari a 167mila euro, registrato nei conti del 2015.

Tra le misure studiate dall’esecutivo per tappare il «buco» nei conti dell’ente locale ci sono anche l’annullamento delle indennità del sindaco e degli assessori, l’eliminazione di quelle dei Responsabili di servizio municipali e la vendita di un’area comunale dove sorge un’antenna per la radiofonia.

Tuttavia, queste misure sono state giudicate «insufficienti» sia dall’opposizione che dall’Unione Destra Adige, di cui l’amministrazione angiarese fa parte, assieme ad Isola Rizza, Roverchiara e San Pietro di Morubio. Eleonora Berto, responsabile del Servizio Finanziario dell’Unione Destra Adige, ha indirizzato all’esecutivo una nota che boccia i conti di Angiari. «La sanzione del mancato rispetto del Patto di stabilità», ha scritto la funzionaria Berto, «non è stata considerata in misura del 100 per cento dello sforamento di 167mila euro, bensì in misura del 23,95 per cento, pari a 40mila euro. Inoltre la riduzione di 35mila euro dei trasferimenti relativi alla spesa del personale, rischia di creare criticità nell’organizzazione degli uffici e dei servizi a livello sovracomunale».

Forte di questo parere contrario, che si unisce a quello negativo del Revisore dei conti, l’opposizione ha votato contro il bilancio, che prevede un volume di entrate, pari alle uscite, di 2,1 milioni di euro. Marina Meletti di «Insieme per Rinnovare Angiari», ha infatti evidenziato: «È del tutto evidente che questa amministrazione, per anni, ha gestito il bilancio utilizzando parte dei tre milioni di euro dell’incasso, avvenuto tra il 2006 ed il 2010, dei costi di costruzione derivanti dal mai realizzato parco commerciale Lavigno. Nel frattempo, gli uffici restano paralizzati e si prospettano altri sacrifici per la popolazione. È inoltre molto chiaro come questa amministrazione non sia in grado di collaborare e rapportarsi con l’Unione Destra Adige, di cui è parte integrante».

Paola Torresani di «Progresso e Democrazia», ha invece sottolineato: «Facciamo parte della Destra Adige, per questo chiediamo al sindaco Vincenzo Bonomo più impegno e rispetto nei confronti degli altri tre Comuni che sono all’interno del consorzio».

Dal canto suo, il primo cittadino ha rispedito al mittente le critiche: «Abbiamo accantonato il 23,95 per cento del totale dello sforamento perché siamo certi che il Governo alleggerirà le sanzioni anche per i piccoli Comuni, così come è stato deciso per Province e città metropolitane. Come Comune, eravamo già intervenuti ritoccando tasse e tariffe negli anni scorsi, e siamo ancora a livelli bassi rispetto ad altri centri limitrofi. Se l’allentamento dei vincoli del Patto di stabilità fosse stato varato già nelle scorse settimane, questi pareri negativi non ci sarebbero stati». Quindi il sindaco Bonomo ha concluso: «Come amministrazione non riteniamo, finora, di aver gestito male beni e servizi, e continueremo a farlo facendo di necessità virtù».

Fabio Tomelleri

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