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Arrivano i profughi
Il sindaco insorge
e riunisce i cittadini

Alcuni profughi nel giardino della villa che li ospita in via Rosta DIENNE
Alcuni profughi nel giardino della villa che li ospita in via Rosta DIENNE
Alcuni profughi nel giardino della villa che li ospita in via Rosta DIENNE
Alcuni profughi nel giardino della villa che li ospita in via Rosta DIENNE

I profughi arrivano a Castagnaro, ma la popolazione non ci sta e alza le barricate. Da giovedì pomeriggio, oltre una ventina di rifugiati - tutti uomini seguiti da una cooperativa e in arrivo da Buttapietra dove è stato chiuso l’edificio che li ospitava - hanno preso alloggio in una villa di proprietà di un privato, in via Rosta, trasformata in Centro di accoglienza straordinaria (Cas): uno strumento predisposto in via emergenziale dalle prefetture, in convenzione appunto con cooperative, associazioni o strutture alberghiere, per ospitare i migranti in via temporanea.

La notizia dell’arrivo di questi rifugiati, che a quanto si sa sono in Italia da un paio d’anni e in regola con il permesso di soggiorno, è stata confermata l’altra sera dal sindaco Andrea Trivellato. Il quale ha convocato in tutta fretta un’assemblea pubblica avvisando anche che i 20 migranti dovrebbero rimanere a Castagnaro fino al prossimo gennaio. Nel corso dell’incontro, molto affollato, è parso subito evidente il malumore della gente, in particolare tra i residenti di via Rosta, che già da qualche settimana avevano notato un insolito via vai attorno alla villa. L’ipotesi che potessero arrivare in paese dei profughi era quindi già nell’aria, ma mai confermata, come ha precisato il sindaco Trivellato, «da alcuna comunicazione ufficiale da parte della Prefettura». «Proprio per andare a fondo della questione e verificare la concretezza di quanto mi riferivano quotidianamente le famiglie di via Rosta», ha aggiunto il primo cittadino, «il 5 e l’8 giugno scorsi, ho presentato alla Prefettura di Verona una richiesta scritta per avere chiarimenti in merito. E proprio l’8 giugno, un funzionario della stessa, mi aveva rassicurato, telefonicamente che in quel momento agli atti non risultava esserci alcun inserimento di profughi in abitazioni situate sul territorio comunale di Castagnaro. Un’informazione, questa, che ha trovato poi conferma anche dalla graduatoria dell’ultimo bando della Prefettura, chiuso lo scorso 12 giugno, che non riportava il nostro Comune nell’elenco di quelli in cui era previsto l’arrivo di rifugiati».

Dopo aver sottolineato che «l’amministrazione si era sempre detta contraria ad ospitare i migranti a causa di un sistema di accoglienza che sta creando ormai da tempo situazioni insostenibili», Trivellato ha anche ricordato che proprio per evitare ciò «lo scorso 25 novembre il consiglio comunale aveva approvato, con l’astensione del gruppo di minoranza “Uniti per il nostro paese”, una mozione per non aderire allo Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati». «Naturalmente», ha concluso il sindaco, «sapevamo perfettamente che sarebbe potuto arrivare un Cas e che contro di esso il Comune non può dire nulla perché si tratta di un provvedimento concordato tra la Prefettura e la cooperativa che gestisce i migranti. Ma ci sentiamo presi in giro perché non solo non siamo stati avvisati, ma è stata addirittura negata la realtà dei fatti».

Nel corso dell’incontro, molti cittadini hanno manifestato timori, chiedendo anche a più riprese, ma senza ottenere risposta pubblica, che venisse ufficializzato il nome del proprietario della villa che ospita i profughi. «Sono un papà e sono preoccupato per i miei figli», è sbottato un residente, «perché i profughi sono a 50 metri dalla mia casa e non sappiamo nulla di loro. Vogliamo sicurezza». E mentre una signora ha tuonato contro il sistema di accoglienza, un altro residente si è chiesto «di chi potrebbe essere la responsabilità, qualora accadesse qualcosa, su quel tratto di strada in servitù a poca distanza dalla villa dei 20 stranieri». Quindi il sindaco ha annunciato di aver fatto richiesta alla Prefettura perché venga verificato il rispetto delle normative igienico-sanitarie, in riferimento al numero di persone accolte, che a suo avviso non sarebbero state rispettate.

Elisabetta Papa

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