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Andrei era lucido
quando massacrò
mamma e sorellina

Impassibile. Sia quando è entrato nella stanza del giudice Laura Donati sia quando, scortato, ha atteso nel cortile del tribunale di salire sul furgone della polizia penitenziaria che lo avrebbe riportato in carcere.

Ieri Andrei Filip (difesa Roberto Rigoni Stern) ha ascoltato la relazione del dottor Gabriele Rocca, specialista in servizio al Dipartimento di Medicina legale (Psicologia medica e Criminologica) dell’Università di Genova, quell’elaborato che conferma che il giovane, al momento dell’omicidio della madre e della sorellina, era lucido, capace di intendere e di volere. E il fatto di soffrire di un disturbo psicotico, per l’esperto, non ha influito sulla consapevolezza di ciò che stava facendo.

Non vi sono dubbi circa la capacità del ventenne, che il 13 febbraio scorso, ad Albaredo, tagliò la gola alla madre, Mirela Balan, 40 anni, e strangolò la sorella Larisa Mihailescu, di 11 (nata dal secondo matrimonio di Milena) per poi farle a pezzi e gettarne i resti nelle acque dell’Adige. Lucido mentre lo faceva e non ha perso il controllo nemmeno in seguito. Un duplice omicidio agghiacciante, per le modalità e per la freddezza con la quale il giovane lo portò a termine: ripulì coltelli e l’appartamento dal sangue, poi prelevò al bancomat e partì per la Romania con Loredana, la fidanzatina di 17 anni con lui quella sera. Ma per lei la procura dei minori non ha chiesto l’estradizione.

Andrei ritornò in Italia il 18, andò dalla sorella dove il 19 lo arrestarono i carabinieri di Ronco all’Adige. Dopo poche ore di interrogatorio confessò: ammise, si corresse e poi crollò. E indicò il punto in cui aveva lanciato i borsoni con i poveri resti. Con la madre, una donna che era arrivata in Italia anni fa, che aveva lavorato per offrire ai figli un futuro, Andrei litigava spesso. Una donna forte, Mirela, con tre figli, Oana Maria e Andrei nati dal primo matrimonio, Larisa da un secondo marito dal quale però si era separata. La prossima udienza è fissata a fine marzo.F.M.

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