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Altri 20 profughi in paese
Il sindaco contesta l’invio

La casa di via Bosco dove sono alloggiati i profughi DIENNEFOTO
La casa di via Bosco dove sono alloggiati i profughi DIENNEFOTO
La casa di via Bosco dove sono alloggiati i profughi DIENNEFOTO
La casa di via Bosco dove sono alloggiati i profughi DIENNEFOTO

Venti nuovi profughi, di varie nazionalità, sono arrivati questa settimana in via Bosco, a Bonavicina, a 15 giorni dalla partenza dei primi nove rifugiati giunti in paese lo scorso luglio e trasferiti agli inizi di ottobre a Verona. E tutto perché lo stabile in questione, sempre il medesimo, non risultava a norma. Ancora una volta, tutto è avvenuto all’insaputa dei residenti e dello stesso sindaco Corrado Vincenzi, il quale è stato informato telefonicamente soltanto poche ore prima del loro invio. I profughi sono giunti nella notte tra domenica e lunedì, intorno alle 4, ed hanno trovato ad attenderli una pattuglia dei carabinieri che ha provveduto ad identificarli. Sono stati affidati alla coopertiva Virtus, da non confondere con la Vita Virtus, una costola della stessa Virtus, che si era occupata del primo gruppo di profughi.

Il primo cittadino, a nome dell’amministrazione, ha fornito un primo resoconto della vicenda con un comunicato pubblicato sulla homepage del sito internet municipale. «Domenica 23 ottobre, verso le 21», si legge nel testo, «il sindaco è stato contattato dal responsabile della Cooperativa Virtus Borgo Venezia circa il probabile arrivo nella notte di una ventina di richiedenti asilo in un’abitazione privata di via Bosco». Al riguardo, Vincenzi esprime tutta la sua contrarietà verso il comportamento tenuto in questa occasione da parte della Prefettura, «che non si è degnata di effettuare neanche una telefonata per mettermi al corrente del secondo invio». «Si tratta dell’ennesimo esempio», prosegue la nota del primo cittadino, «di quanto i sindaci e le amministrazioni locali non siano tenute in considerazione da parte dell’Autorità governativa, che invece si limita solamente ad imporre decisioni prese da altri, senza alcun rispetto per i cittadini residenti sul territorio. Da parte nostra, assicuriamo alla popolazione che stiamo già mettendo in atto, ancor di più, tutte le misure necessarie in modo che venga assicurata la sicurezza dei cittadini e affinchè le persone arrivate nel nostro Comune rendano un effettivo servizio alla comunità attraverso lo svolgimento di lavori socialmente utili».

Alto il tasso di allerta sulla questione profughi anche nel gruppo consiliare della Lega Nord. «Su quella casa di via Bosco», puntualizza il capogruppo Gianluca Grella, «avevamo già presentato un’interpellanza lo scorso luglio chiedendo che venisse verificata la documentazione relativa a tutti i certificati, dall’agibilità all’abitabilità e via di questo passo. Andremo fino in fondo anche sulla quota parte dei locali che non sono grandissimi e non possono ospitare 20 profughi. Anche perché il problema della convivenza si amplifica perché gli stranieri appena arrivati sono di nazionalità diversa: Senegal, Bangladesh, Congo e Nigeria». Riguardo all’agibilità dell’immobile, il sindaco rassicura: «Ci risulta che l’edificio sia adesso abitabile, ma 20 uomini sono troppi e ho già chiesto che una parte di loro, almeno cinque o sei, venga spostata al più presto. Mi hanno detto che si può fare ma ciò che conta non sono le parole bensì i fatti, ormai mi fido fino ad un certo punto».

Roberto Massagrande

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