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Airone ferito raccolto in strada La corsa per salvarlo è inutile

Zeno Campara, responsabile del Centro recupero fauna selvatica
Zeno Campara, responsabile del Centro recupero fauna selvatica
Zeno Campara, responsabile del Centro recupero fauna selvatica
Zeno Campara, responsabile del Centro recupero fauna selvatica

Raccolgono un airone ferito ai margini di una via del centro di Albaredo e lo portano il giorno di Pasqua al Centro di recupero Verde Blu di Castel d’Azzano. Purtroppo però il trauma è troppo grave e il volatile non supera la notte. È stata una Pasqua movimentata per il presidente dell’associazione culturale Adige Nostro Gianni Rigodanzo e sua moglie Antonella. A mezzogiorno hanno ricevuto la telefonata di una cittadina di Albaredo, di origine polacca, che da un paio di giorni aveva notato lungo via Ponte Asse un airone guardabuoi - una specie diffusa in Asia, Africa ed Europa, di dimensioni ridotte rispetto ai comuni aironi che si vedono nei campi - fermo sul ciglio della strada. Pur essendo un’associazione prettamente culturale, Adige Nostro si muove anche per questioni riguardanti la fauna, la flora e l'ecologia. Quindi, nel pomeriggio pasquale, Rigodanzo e sua moglie sono passati a casa della donna, che nel frattempo aveva raccolto l’airone e l’aveva messo in una scatola, e l'hanno caricato in auto. D’accordo con il responsabile del Centro di recupero della fauna selvatica di Castel d’Azzano, Zeno Campara, hanno trasportato di lì a poco l'uccello ferito nella sede dell'associazione. L’airone presentava una zampa gonfia, ma non aveva fratture. «Ciò che ci preoccupava maggiormente era che con ogni probabilità era stato investito da un mezzo in transito in via Ponte Asse e aveva avuto un trauma cranico», spiega Campara. «Come succede a noi, i traumi a volte si riassorbono senza conseguenze, solo il tempo può dire se la ferita non è così grave da compromettere le funzioni vitali». Tuttavia, nonostante le cure e le attenzioni prestate al povero animale, l’airone guardabuoi di Albaredo non ha superato la notte. •

Paola Bosaro

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