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Aggredisce e minaccia una 44enne
per cercare di violentarla sul divano

I carabinieri della stazione di Cologna che hanno condotto le indagini e denunciato l’artigiano
I carabinieri della stazione di Cologna che hanno condotto le indagini e denunciato l’artigiano
I carabinieri della stazione di Cologna che hanno condotto le indagini e denunciato l’artigiano
I carabinieri della stazione di Cologna che hanno condotto le indagini e denunciato l’artigiano

Ha sfondato la porta e si fiondato in casa di una 44enne, originaria come lui del Marocco, approfittando dell’assenza del marito della donna che in quel momento si trovava al lavoro. Quindi, una volta all’interno, complice qualche bicchiere di troppo, si è trasformato in una furia incontrollabile facendo vivere alla signora un quarto d’ora da incubo. L’uomo l’ha infatti minacciata, l’ha aggredita e l’ha trascinata sul divano prendendola per i capelli. E, a quel punto, mentre la malcapitata invocava aiuto a squarciagola e non aveva ormai più fiato per urlare tutta la sua disperazione, ha cercato di sfilarle i pantaloni perché pretendeva a tutti i costi di avere un rapporto sessuale con lei, dopo averla palpeggiata con insistenza.

Fortuna ha voluto che la povera commerciante ambulante, dolorante e sotto choc, sia riuscita a divincolarsi e ad afferrare il cellulare facendo credere al suo aguzzino di essere in linea con i carabinieri. Uno stratagemma che ha funzionato tanto da indurre il nordafricano a fuggire in fretta e furia convinto di potere farla franca. Invece, a seguito delle indagini svolte dai carabinieri della stazione di Cologna a cui si sono rivolti la donna e il marito 52enne, è stato identificato e denunciato in stato di irreperibilità. Si tratta di A.M., un artigiano residente a Pressana, con una sfilza di precedenti ed una fresca condanna ad un anno di reclusione e 2mila euro di multa inflittagli dal Tribunale di Verona perché lo scorso agosto, ubriaco al volante, aveva inscenato un pericoloso «rally» sulla Regionale 10. Per poi dare in escandescenze e ferire un appuntato dopo essere stato inseguito e bloccato dall’Arma.

L’INCURSIONE.Il fatto, venuto alla luce solo in questi giorni dopo la denuncia sporta dalla vittima, risale allo scorso 16 settembre. Quel pomeriggio, intorno alle 14.30, A.M. si presentò a casa della 44enne, che abita con il marito a Lonigo, in provincia di Vicenza, a pochi chilometri dal confine veronese. Conoscendo da anni la coppia, l’artigiano sapeva che la donna a quell’ora si trovava da sola nell’appartamento. Pertanto ha iniziato a suonare e a bussare con ostinazione per farsi aprire. La signora si è affacciata alla finestra e, vedendo che si trattava di A.M., un conterraneo che tende ad esagerare con l’alcol e che quando è alterato va fuori di sé, l’ha invitato più volte ad andarsene. Ma il marocchino ha accolto quel rifiuto come una sfida ed è diventato sempre più irruento ed insistente. Tanto da arrivare a sfondare la porta a forza di calci e pugni. E, nel giro di pochi minuti, per la donna è iniziata un’esperienza agghiacciante, difficile da dimenticare.

L’AGGRESSIONE. Non appena ha messo piede in casa, il 44enne è saltato infatti addosso alla magrebina, l’ha immobilizzata e le ha serrato entrambe le mani continuando ad insultarla con epiteti volgari ed irriferibili. Nel frattempo, la signora si è messa a gridare per far accorrere qualcuno dei vicini in suo aiuto. Ma nessuno l’ha sentita. Ed il suo aggressore, che continuava a ripetere come un disco rotto di voler fare l’amore con lei, ha cercato di spingerla sul divano. Ma la 44enne, facendo leva sulle ultime forze che le restavano in corpo, ha reagito e si è divincolata. È stato allora che l’artigiano, sempre più esagitato, l’ha afferrata per i cappelli, l’ha rimessa sul sofà e l’ha bloccata iniziando a toccarle le parti intime. Per poi iniziare a toglierle i pantaloni. Ma non c’è riuscito. Mentre era impegnato a svestirla, ha mollato la presa e la 44enne ha potuto così liberarsi da quella morsa energica ed afferrare il telefonino, scongiurando di venire violentata.

LA FUGA. Malgrado fosse in preda all’agitazione e non riuscisse a comporre un solo numero, la 44enne ha iniziato a gridare «carabinieri, carabinieri, aiutatemi», e il connazionale si è dileguato ritenendo fosse effettivamente al telefono. Ma non si è fermato lì. Mentre la donna, che in quel quarantotto ha rimediato traumi al seno, al cuoio capelluto e alla spalla giudicati guaribili in 10 giorni, si recava al Pronto soccorso di Lonigo per farsi medicare, il nordafricano è risalito in auto e ha raggiunto, assieme al altri connazionali, la cantina di San Pietro in Cariano, in Valpolicella, dove lavora il marito della donna. E quando ha incontrato il 52enne ha iniziato a spintonarlo, ad offenderlo e minacciarlo di morte per poi andarsene.

LE INDAGINI. La coppia, dopo essersi ripresa da quella brutta disavventura, si è rivolta ai carabinieri di Cologna sapendo non solo che A.M. abitava a Pressana ma che era anche una loro vecchia conoscenza. Sulla scorta degli indizi raccolti e del riconoscimento fotografico, gli uomini del luogotenente Fabrizio Di Donato sono risaliti al 44enne, che nel frattempo ha lasciato la casa del fratello e risulta irreperibile. Quindi, una volta avvisato il pm della Procura berica Barbara De Munari, che coordina le indagini, il marocchino è stato denunciato per tentata violenza sessuale, minacce, danneggiamento, violazione di domicilio, percosse e lesioni personali.

Stefano Nicoli

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