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Malore improvviso a 41 anni

Addio a Luca,
un «gigante»
dal cuore buono

Malore improvviso a 41 anni
Luca Brazzarola
Luca Brazzarola
Luca Brazzarola
Luca Brazzarola

Il suo grande cuore di gigante buono l'ha tradito, proprio mentre si stava preparando ad entrare in turno con la Croce rossa per salvare vite umane, come aveva fatto tante volte.

L’autista di ambulanza e soccorritore della Croce rossa Luca Brazzarola, 41 anni da pochi giorni, è morto ieri mattina, dopo due giorni di agonia, in seguito ad un infarto che l'ha colto martedì sera, a casa sua, a Santo Stefano di Zimella. Il destino è stato davvero crudele con questo omone alto quasi 1 metro e 90, conosciuto ed apprezzato da tutti per il suo carattere mite e per l'entusiasmo e l'impegno che metteva nell'aiutare gli altri.

Alle 20 di martedì era in cucina, assieme ai figli di tre e cinque anni, a preparare la cena. La moglie Bruna era uscita, ma sarebbe rientrata di lì a poco. Non appena fosse rincasata, Luca avrebbe indossato la divisa della CRI e avrebbe raggiunto il Pronto soccorso di San Bonifacio per mettersi al volante dell’ambulanza. Purtroppo un malore di cui non si conoscono le cause l’ha colto all’improvviso, senza dargli la possibilità di chiamare aiuto. I suoi due bimbi hanno provato a chiamarlo e a scuoterlo, ma il loro amato gigante non rispondeva.

Erano talmente spaventati e disperati che non hanno pensato di chiedere aiuto ai vicini di casa. La scena che si è trovata davanti agli occhi la moglie Bruna quand'è tornata a casa è stata straziante. Ha subito chiamato i soccorsi. I volontari della Croce rossa, amici di Luca, sono corsi subito. Hanno tentato il tutto per tutto per salvarlo, anche con l'ausilio del defibrillatore.

Il cuore si è rimesso in moto, purtroppo però il cervello di Luca era rimasto per troppo tempo senza ossigeno. Il 41enne è stato trasportato in gravi condizioni prima all'ospedale di San Bonifacio, poi a quello di Legnago, dove è morto ieri all'alba. Tra le prime persone che sono accorse in aiuto di Brazzarola e che lo hanno rianimato per un’ora c’è stato anche il suo amico, vicino di casa e collega di CRI Claudio Benin, che ha gioito quando ha sentito il cuore riprendere a battere e che ora non si capacita della sua scomparsa: «Luca era una persona speciale, era un soccorritore eccezionale e una persona squisita: lascia un vuoto enorme».

Non appena si è sparsa la notizia della morte di Brazzarola a Santo Stefano e nei paesi vicini la famiglia è stata tempestata di telefonate e di visite. «Era un uomo scherzoso ed affabile. Amava la natura ed era diventato un apicoltore per hobby», lo ricorda il parroco don Pietro Marchetto. «Era sempre disponibile ad aiutare chi aveva bisogno. La Croce rossa era diventata ormai la sua seconda casa». Brazzarola aveva iniziato a lavorare come pavimentista con il fratello maggiore. Nel 2000 era entrato a far parte del Comitato CRI dell’Est veronese. Aveva svolto tutta la gavetta da volontario fino a diventare istruttore e poi vice ispettore dei volontari del soccorso di San Bonifacio. Quattro anni fa la sua attività di soccorritore si è trasformata in professione. Brazzarola è stato infatti assunto come autista dell’ambulanza della Croce rossa in servizio al Pronto soccorso di San Bonifacio. La direzione generale dell’Ulss 9 Scaligera ha espresso la sua vicinanza alla famiglia di Brazzarola.

«Luca era un collega prezioso per noi», riferisce commosso il presidente del Comitato CRI Est veronese Riccardo Regazzin. «Era estroverso, amico di tutti, sempre pronto ad offrire la sua disponibilità nelle emergenze, come nell’alluvione di Monteforte e Soave». Il cognato Costantino Mazzabò ricorda: «Anni fa, mentre faceva ancora il pavimentista, ha sentito le urla disperate di una madre: è corso tutto coperto di polvere e ha salvato la bambina di quella donna, a cui era andato di traverso del cibo». Il rosario in suffragio del 40enne si terrà stasera, alle 20, nella chiesa di Santo Stefano, dove domani, alle 10.30, verrà celebrato il funerale.

Paola Bosaro

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