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Abusi per mesi su due bimbe
Un 63enne finisce in carcere

L’ingresso del carcere di Montorio dove è rinchiuso il 63enne
L’ingresso del carcere di Montorio dove è rinchiuso il 63enne
L’ingresso del carcere di Montorio dove è rinchiuso il 63enne
L’ingresso del carcere di Montorio dove è rinchiuso il 63enne

L’orrore si è consumato per due anni in una villetta a schiera popolare di un piccolo centro della Bassa. E l’orco, finito in carcere giovedì scorso con l’accusa pesantissima di atti sessuali con minorenni, ha il volto serafico di un pensionato di 63 anni incensurato e al riparo da qualsiasi sospetto. Il quale, stando al capo di imputazione, avrebbe abusato per mesi di due bambine straniere che allora avevano, rispettivamente, nove e sette anni. E che oggi si avviano a compierne 12 e 10. Due piccole indifese perciò, violate nella loro innocenza ed ingenuità, che i genitori gli affidavano intravvedendo in lui e sua moglie, estranea alla vicenda, due nonni amorevoli su cui fare affidamento mentre entrambi si recavano al lavoro. Una storia raccapricciante, fatta di attenzioni malsane sconfinate in ripetuti palpeggiamenti nelle parti intime delle bimbe e persino in un rapporto orale, che se troveranno conferma nel proseguo dell’inchiesta fanno accapponare la pelle. Oscenità difficili persino da raccontare che sono finite solo quando la più piccola delle sue vittime non ce l’ha più fatta a sopportare quel calvario e ha trovato la forza per raccontare tutto alla mamma. Una terribile confessione confermata poi alla donna dalla sua primogenita. Da lì la segnalazione all’assistente sociale e la denuncia ai carabinieri che, dopo una complessa indagine, hanno prelevato il presunto pedofilo dalla casa dove si consumavano quei giochi perversi per trasferirlo a Montorio.

L’INCONTRO. Tutto è partito tre anni fa quando la coppia di stranieri si è vista assegnare un alloggio dell’Ater a pochi civici di distanza da quella in cui vive il 63enne con la moglie. Il padre lavorava come operaio, la mamma svolgeva saltuariamente lavori domestici. E per la giovane coppia quei vicini, che subito si sono dimostrati disponibili ed affettuosi nei loro confronti, sono diventati una seconda famiglia. Due nonni sempre pronti ad accogliere in casa le due piccole, ad assisterle nei compiti, sostituendosi ai genitori che spiccicavano solo poche parole di italiano, e a viziarle con dolci e regalini. Tanto da conquistare a poco a poco la fiducia e l’affetto di quelle nipotine acquisite. Ma, a quanto pare, l’uomo, approfittando dell’assenza della moglie, avrebbe tradito in più occasioni quella fiducia e quell’affetto con gesti morbosi puniti dall’articolo 609 quater e ter del codice penale. Anche se, fortunatamente, non si è spinto a rapporti sessuali completi. Ma la sostanza del reato non cambia.

LA CONFESSIONE. Quelle assidue frequentazioni con il vicino proseguono tranquillamente sino al giugno del 2016 quando la più piccola delle due sorelline inizia a manifestare un certo disagio, scoppia in pianti dirotti e si rifiuta di andare a casa del pensionato. Fino ad esplodere e a confidare alla mamma le tremende cose che era stata costretta a subire, poi confermate dall’altra figlioletta, la quale però sarebbe stata oggetto di quelle turpi attenzioni in misura inferiore. Inizialmente, la 40enne, vuoi per vergogna vuoi per timore della reazione del marito, non dice nulla e la situazione si trascina tra sospetti e paure fino al febbraio di quest’anno quando il pensionato si presenta una mattina a casa sua. La basculante del garage è aperta, lei lo vede dalla finestra e si precipita al piano di sotto dove viene a sua volta importunata pesantemente, con richieste volgari, dall’uomo, che si affretta ad allontanare.

LA DENUNCIA. Quell’episodio dà la stura alle inquietudini e al maledetto tarlo che da mesi assillavano la donna. La quale, temendo che il 63enne potesse introdursi nella sua abitazione quando le bambine erano da sole, ha deciso di rivolgersi all’assistente sociale raccontandole le agghiaccianti confidenze delle sue piccole. Settimane di colloqui seguiti con la massima delicatezza e tutte le cautele del caso dalla professionista, che alla fine ha convinto la donna a sporgere denuncia ai carabinieri. Parte così una complessa attività investigativa coordinata dal pubblico ministero Elisabetta Labate. Gli inquirenti raccolgono una serie di testimonianze ed altri elementi che inchioderebbero l’uomo alle sue responsabilità mentre le bambine vengono sentite in incontri protetti in tribunale a Verona alla presenza di una psicologa e di altri esperti. Audizioni da cui sarebbero emersi altri particolari raccapriccianti sugli abusi.

L’ARRESTO. Alla luce dei riscontri investigativi, giovedì scorso il gip Laura Donati, accogliendo la richiesta del pm, ha disposto pertanto l’arresto del 63enne, prelevato dalla villetta degli orrori poco dopo mezzogiorno e accompagnato in carcere. Sabato si è svolto l’interrogatorio di garanzia al termine del quale il giudice ha confermato a carico del presunto pedofilo la custodia cautelare nella casa circondariale veronese.

Stefano Nicoli

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