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1951, orrore nella Bassa:
madre e figlie assassinate

4 aprile 1951: un’orrenda strage a Vigo di Legnago apre la seconda metà del secolo. Un allevatore di bovini, Angelo Barotto, ha venduto una partita di torelli incassando un milione. Dopo cena accompagna a casa la sarta di famiglia, ma al suo ritorno trova la figlia Teresa agonizzante all’ingresso dell’abitazione. È stata ferita con uno scalpello. Angelo ha un mancamento. Chiama aiuto. Nel frattempo rientra a casa il figlio Antonio, 22 anni, che cerca la madre Albina Princivalle, 48 anni, e la sorella minore Annamaria, 18.

È il cane Alì a condurlo da loro: sono morte sotto la barchessa, ammazzate nello stesso barbaro modo. Il paese è sconvolto, così come l'Italia intera.

«Orrenda carneficina a Vigo di Legnago», titola L'Arena. Morirà anche Teresa. Quattro giorni dopo in prima pagina si legge del fermo dei due assassini «Confessi gli autori della strage di Vigo».

Benito Bagolin, 21 anni, figlio del castaldo di Barotto, ammette di aver ucciso perché sorpreso a rubare, e trascina con sé Giovanni Faccio, giovane bracciante. Ergastolo a entrambi. Bagolin tenterà poi, con 14 diverse versioni del fatto, di scagionare il compagno sostenendo di aver agito da solo. Ma deve aver avuto un complice, se non lui qualcuno coperto dal silenzio di entrambi. M.V.A.

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