Un grande professionista, ma anche un vero artista, capace di trasformare pochi metri quadrati di terra in un giardino invidiato da tutti. Sono in tanti a ricordare così Michele Montagnana, il noto vivaista, titolare dell’omonima azienda di Carpi, scomparso sabato, a 58 anni, per una grave malattia. Da quando nella frazione al confine con Castagnaro, paese di cui l'imprenditore era originario, si è diffusa la notizia della sua morte, nel vivaio di via Rodigina è tutto un via vai di persone. Del resto, la passione di Montagnana per le piante, che lo aveva spinto a 18 anni a lavorare tra la serre di papà Adelino e di nonno Fiore - il patriarca e fondatore di un'attività arrivata ormai a quasi un secolo di vita – era riuscita a portarlo lontano, con importanti commissioni non solo da parte di privati di Veneto, Lombardia ed Emilia.
Ma anche di tanti Comuni che proprio a lui si rivolgevano per rimettere a nuovo le aree verdi. Dandogli poi carta bianca dopo che architetti e ingegneri erano rimasti a bocca aperta davanti alla perfezione dei suoi progetti in scala: piccole vere opere d'arte, rigorosamente eseguite a mano con tanto di pastelli colorati ed una legenda nella quale ciascuna pianta era identificata con il proprio nome scientifico. Grazie a questa sua competenza, al prezioso sostegno della moglie Monica, sempre accanto a lui in famiglia come nel lavoro, e a quello di tutti i suoi dipendenti, a partire dalla segretaria Beatrice, Montagnana era riuscito nel tempo ad implementare l’azienda e a farle perfino ottenere la medaglia d’oro dall’associazione Florovivaisti. Su quell’area di oltre 10 ettari, che per 40 anni è stato ogni giorno il suo rifugio e dove con la moglie Monica ha trascorso tanti momenti di gioia ma anche di dolore - come la terribile perdita del figlio Nicola, investito da un’auto nel 1994 a soli sei anni mentre scendeva dallo scuolabus – il geniale vivaista aveva di recente introdotto i figli più grandi, Alberto e Andrea, prevedendo un futuro tra il verde perfino per il più piccolo, Pietro di 11 anni.
«Era un grande organizzatore», ricorda la moglie Monica, che si innamorò di lui a soli 13 anni, «pianificava tutto. E proprio per questa sua precisione, oltre che per la passione e competenza, in tanti lo apprezzavano. Non si fermava mai, nemmeno la domenica e di notte, quando rimaneva incollato al tavolo di lavoro per creare i suoi progetti». I funerali di Montagnana, che lascia anche la mamma Lina e la suocera Marisa, si terranno oggi, alle 15.30, in chiesa a Carpi. E.P.